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Letta verso la segreteria, 'ora svolta e Pd aperto'

Partito democratico

Letta verso la segreteria, 'ora svolta e Pd aperto'

L'ex premier ha visitato il Circolo dem di Testaccio, suo quartiere a Roma

ROMA, 12 marzo 2021, 12:04

Redazione ANSA

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Enrico Letta visita il circolo del Partito democratico nel quartiere di Testaccio a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Letta visita il circolo del Partito democratico nel quartiere di Testaccio a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Enrico Letta visita il circolo del Partito democratico nel quartiere di Testaccio a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Daje Enrì, ripiamose sti cocci". Riparte dal suo circolo romano, Enrico Letta. E dai cocci di un Partito democratico da rimettere insieme. Nelle ore in cui lima il lungo discorso della sua candidatura alla segreteria, le tante aree Dem, una dopo l'altra, si schierano con lui. Elezione all'unanimità è uno scenario probabile in assemblea, dal momento che tutte le correnti già annunciano il Sì. A loro Letta, che rimette piede per la prima volta dentro il Nazareno a sette anni dalla 'cacciata', chiederà "lealtà". 

 

 

 E lancerà la sfida di una svolta attraverso un'apertura vera, non solo proclamata, con la "partecipazione" diretta dei circoli e forme organizzative nuove per aprire le porte alle tante associazioni già impegnate nella società. Basta modelli leaderistici. Letta disegnerà un Pd promotore di un centrosinistra allargato dai liberaldemocratici alla sinistra passando per i Cinque stelle, senza sudditanze verso gli alleati e con la capacità di caratterizzarsi con la propria identità nell'esperienza inedita del governo Draghi. La scena si riapre dove si era chiusa nel 2014, tra i militanti del circolo Dem di Testaccio, che dopo il passaggio della campanella con Renzi a Palazzo Chigi srotolavano lo striscione "grazie presidente" e oggi esultano: "Ripiamose sti cocci". L'allusione è doppia, ai cocci del Pd e al Monte dei cocci, una collina formata dai frammenti di antiche anfore, che campeggia nel quartiere romano dove Letta è tornato a vivere dopo la parentesi parigina, fuori dal Pd e dalla politica. Torna perché richiamato dal partito che ha consumato un altro leader, come nel 2014 fece con lui. Il ritorno è stato preceduto da contatti con tutti i capi delle tante aree che compongono il Pd, da telefonate con Draghi e anche con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Agli oltre mille delegati dell'assemblea, che alla vigilia corrono a firmare il sostegno alla sua candidatura (oltre seicento già nel pomeriggio), dall'inedito 'palco' di una diretta streaming chiederà "lealtà, serietà e verità" nei rapporti, perché l'annunciata unanimità non sia finto unanimismo e non diventi dal giorno dopo logoramento.

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