La maggior parte dei giovani italiani tra i 18 e i 20 anni immagina il proprio futuro senza figli: è quanto emerge da un sondaggio commissionato dalla Fondazione Donat Cattin all'Istituto demoscopico Noto Sondaggi in occasione del trentennale della morte dell'ex Ministro. Secondo lo studio il 51% dei ragazzi interpellati non si immagina genitore; tra questi il 31% stima che a 40 anni avrà un rapporto di coppia ma senza figli e un ulteriore 20% pensa che sarà single. Nel valutare i motivi per cui non vogliono avere figli gli intervistati adducono soprattutto ragioni che riguardano la sfera sociale più che una avversione netta a diventare genitori. In particolare la carenza di lavoro (87%), seguita dall'assenza di politiche adeguate per la famiglia (69%). Una percentuale analoga però parla anche di crisi delle relazioni stabili mentre solo un ulteriore 37% ritiene i figli un ostacolo in quanto condizionano la vita. In relazione alla volontà di non avere figli i giovani possono essere divisi in 3 categorie: 1) c'è chi ha un atteggiamento che potremmo definire «narcisista» per cui un figlio, e più in generale legami stabili, limitano la propria libertà; 2) accanto a questa viene espressa però anche una motivazione più 'realista' che riguarda la paura di non potersi permettere economicamente questa possibilità; 3) non aver figli invece per mancanza di fiducia nella società è indice infine di un atteggiamento 'nichilista' che evidenzia il pessimismo di questo target nel guardare al futuro.
Un altro aspetto del sondaggio riguarda la sfera dei rapporti sociali e quindi la percezione di sentirsi incluso/escluso da parte dei 18-20enni. il 51% vive una forte insoddisfazione in quanto non si sente "pienamente incluso", a questi si aggiunge un ulteriore 4% che invece lamenta una "esclusione totale". La minoranza, seppure sostanziosa, ben il 44%, si autodefinisce invece "incluso". Secondo il sondaggio inoltre a percepire le maggiori difficoltà di inserimento sociale sarebbero le donne rispetto agli uomini. I timori sui rischi di un inverno demografico per il nostro Paese vennero denunciati, viene ricordato da ultimo, 35 anni fa proprio da Carlo Donat-Cattin. Da ministro della Sanità, lo fece nel settembre del 1986 dal tradizionale convegno di Saint Vincent, come in altri interventi per sollecitare un radicale cambio delle politiche per la famiglia. Donat-Cattin vedeva l'Italia come un paese "in scadenza" sulla base di dati che gli aveva fornito il demografo Antonio Golini, confermati anche dalle proiezioni di alcune compagnie di assicurazione, che tuttavia furono contestati da alcuni giornali che accusarono il ministro di nostalgia verso politiche demografiche del ventennio fascista. Le "culle vuote" di questi anni hanno però confermato le sue previsioni.
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