Beppe Grillo torna in campo e si riprende le redini del M5s: il braccio di ferro con Giuseppe Conte finisce con una apertura sulla carta al nuovo Movimento che potrà esserci solo e se il futuro leader 5 Stelle prenderà atto del ruolo irrinunciabile che il fondatore intende mantenere al vertice della sua "creatura".
E' una sorta di ultimatum quello che il garante lancia al prossimo leader, una prova di forza che si consuma davanti ai parlamentari del Movimento, basiti per la durezza delle parole usate da Grillo per rimarcare la sua premazia. Tanto da far aleggiare ancora tra i deputati e senatori M5s lo spettro della rottura tra i due leader.
E', in parte, un gioco delle parti, uno show a cui l'ex comico ha nel corso degli anni abituato i suoi interlocutori. Ma al di là dei toni ironici e scherzosi, il messaggio che Grillo ha impartito è chiaro: è Conte che ha bisogno di me e non viceversa. Il Movimento "siamo noi, Conte non andava in piazza. Lui deve studiare. Lui è uno studioso, un uomo di cultura, io sono il visionario". E soprattutto: "sono il garante, non sono un coglione". Insomma: pur ironizzando sulle 32 pagine del nuovo Statuto che Conte, che Grillo chiama "bozza", un accordo si può trovare: entro 4 o 5 giorni può essere pronto, visto che sui "tre quarti del documento" l'intesa già c'è. "Con Conte stiamo facendo un lavoro straordinario". Nel neo statuto messo a punto da Giuseppe "c'era anche scritto che io devo essere 'informato', 'sentito', ma che è 'sto avvocatese? Le cose si decidono insieme…. ".
Anche perché, rimarca Grillo "io gli posso essere molto utile, lo deve capire. Io e lui siamo diversi ma ci compensiamo e questo sara' la forza del M5s". Certo c'è da rivedere la parte sulla comunicazione. "Rocco Casalino è bravissimo sulle tv, ma deve rapportarsi anche con me, non solo con il capo politico" mette in chiaro Grillo. Poi l'apertura choc al terzo mandato: "io sono contrario ma parliamone" annuncia Grillo. C'è chi legge in questa "'virata" il segnale più preoccupante del discorso di Grillo: sta dicendo, commenta un parlamentare, che nel caso in cui ci fosse una scissione, i parlamentari al secondo mandato non avrebbero come unico punto di riferimento Conte. E poi ci sono le lodi a Luigi Di Maio, l'ex capo politico. "Sei uno dei ministro degli Esteri più bravi della storia". Grillo prepara dunque la sua exit strategy nel caso in cui Giuseppe Conte decidesse di fare un passo indietro. Ma non è la volontà di Grillo. Tant'è che di fronte ai senatori, il tono delle parole del fondatore virano completamente. Qualcuno gli ha fatto notare che forse ha esagerato e lui corregge la rotta.
"Vogliono solo metterci contro..." esordisce. "Io non voglio indebolire Conte, ma rafforzarlo". Perchè "questo è il momento di Conte", ma i valori, come la democrazia diretta, e i principi del Movimento vanno salvaguardati. La parola passa ora al futuro leader M5s. E qualcuno prova a mediare: Il deputato M5s e questore Francesco D'Uva ci prova: "Entrambi sono anime del Movimento, entrambi sono colonne portanti che, attraverso la loro visione, stanno dando un impulso propositivo al percorso di rinascita del M5S".Il deputato Francesco Silvestri prova a rassicurare: " in tre o quattro giorni risolveremo le cose essenziali, tutte buone notizie. Se Grillo avesse voluto dire che Conte non capisce il Movimento non ci lavorerebbe insieme per uno Statuto, stanno costruendo l'architrave del nuovo M5s, ha molta fiducia in lui".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA