Se dimenticare il proprio vero nome non è possibile, è vitale però ricordare quello nuovo contraffatto. Da questo è dipesa la possibilità per gli ebrei braccati di sopravvivere nell'Europa occupata dai nazisti e dai loro alleati. Come dimostrano le 14 storie raccontate nella mostra che Yad Yashem - il Museo della Shoah di Gerusalemme - ha messo on line in occasione del Giorno della Memoria dal titolo 'Ricorda il tuo nuovo nome: sopravvivere all'Olocausto sotto falsa identità'".
Tra le storie anche quella di Raja Karlinska, ebrea polacca venuta a studiare medicina in Italia che per tutto il tempo della guerra assumerà il nome di Anna Maria Giberti e Laura sarà quello di sua figlia Dafna. Emigrata in Israele alla fine del conflitto, Raja - la cui famiglia è stata sterminata dai nazisti in Polonia - ha poi donato allo Yad Vashem i falsi documenti.
Come dimostrano le testimonianze raccolte nella rassegna, avere documenti contraffatti significava "una battaglia giornaliera" per tentare di "sopravvivere in un ambiente ostile" con una una grande "capacità di adattarsi a circostanze in costante mutamento". E lo fanno vedere tutte le storie della rassegna, dalla Lituania alla Ucraina, dal Belgio all'Olanda, dalla Croazia alla Francia dove spicca la vicenda di Tony-Netanel Gryn che quei documenti dai nomi falsi - assolutamente da ricordare però - li produceva ogni giorno a Parigi.
In occasione del Giorno della Memoria - il 27 gennaio, data della liberazione di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche nel 1945 - Yad Vashem sarà il centro delle manifestazioni in Israele. "Mentre il mondo continua a combattere le espressioni di odio, antisemitismo e xenofobia, il significato e le lezioni dell'Olocausto sono - ha detto Dani Dayan, presidente del Museo - particolarmente rilevanti". L'annuale simposio per l'intero corpo diplomatico accreditato in Israele prevede oltre l'intervento di Dayan anche quello del presidente dello stato Isaac Herzog, del vice primo ministro e responsabile della giustizia Gideon Saar.
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