Una valanga di schede bianche e nessun 'king', nel primo giorno di voto per il Quirinale, ma certo un 'maker': Matteo Salvini. Il leader della Lega vede tutti: Draghi, Letta, Conte, Meloni. Ancora si gira a vuoto e certo siamo lontani da una soluzione, nel giorno del primo voto che peraltro richiede la maggioranza dei due terzi ed il quorum altissimo di 672 voti. Nei corridoi di Montecitorio si fa un gran parlare del governo che verrà, che sia con Draghi ancora premier e al Quirinale un nome nato dal dialogo. O che sia con un nuovo presidente del Consiglio, dopo un accordo politico che porti l'attuale premier al Colle. Ma ancora si lavora sulla ricerca di un'intesa che tenga dentro tutti, nel parlamento delle minoranze, cercando di sgombrare il campo dalle rose di parte, per condividere profili indiscussi e alti. Come Mario Draghi, certo, ma come anche altri.
Forse è destinato a rimanere un auspicio quello del segretario del Pd Letta, che ieri sera si augurava di avere in 72 ore al massimo la fumata bianca. Perchè a chi considera Draghi in salita, proprio il Pd Stefano ribatte facendo ancora il nome di Pierferdinando Casini e in molti, soprattutto nel M5s, pretendono che il premier resti dove è. La Meloni chiude la porta al già improbabile bis di Mattarella e tira fuori dal cilindro Carlo Nordio e in FI si parla ancora di nomi espressione di un centrodestra unito.
Intanto il dialogo tra le forze politiche si organizza intorno al leader della Lega Matteo Salvini . Oggi il premier lo vede, anche se non a Palazzo Chigi, e dà una implicita risposta ad una classe politica che non accetta di essere messa in castigo come inconcludente ma rivendica (ieri con Letta, oggi con Renzi) la sua centralità, competenza e anche capacità di scelta, con la larga maggioranza di governo alle prese con la pandemia. Certo ha un significato che Letta e Salvini siglino un comunicato dalle identiche parole, parlando di un "lungo e cordiale dialogo" che proseguirà domani. E certo è importante che Giorgia avalli l'operato del leader leghista ed il colloquio con il Pd: "E' bene che ci si parli". Ma se la candidatura di Draghi è ancora sul tavolo, ce ne sono altre e una scelta ancora non c'è. E' stato rimosso l'ostacolo che ha sin qui bloccato ogni trattativa, con Berlusconi malinconicamente fuori dai giochi al San Raffaele insieme alle figlie Marina ed Eleonora, Confalonieri e Dell'Utri. Ma il leghista Molinari avverte "non possono dirci sempre no' e svela che il confronto ancora non ha portato ad un nome nè di centrodestra nè di centrosinistra. E infatti le schede sono bianche. ì
Riproduzione riservata © Copyright ANSA