Da due sentenze della Cassazione nell'aprile scorso emerge che l'ufficiale della Marina militare Walter Biot ha ceduto ai russi non solo documenti segreti della Nato, nove dei quali addirittura classificati come "riservatissimi", ma anche immagini. Non meglio specificate se di basi militari o di che cos'altro, per ora non si sa. Sono ben 181, hanno rivelato gli ermellini, gli screenshot - quelli dei documenti dovrebbero essere almeno 106 - passati ai russi da Biot. Per lui, ha stabilito sempre la Cassazione, sono due processi, uno davanti al giudice ordinario e l'altro davanti alla giustizia militare con le stellette.
Il 58enne capitano di fregata era stato arrestato in flagranza il 30 marzo 2021 nel posteggio di un supermercato della periferia romana mentre in cambio di 5mila euro cedeva a Dmitri Ostroukhov, assistente dell'attaché navale dell'ambasciata russa a Roma Alexey Nemudrov, poi espulsi, una sim Sd con il materiale che con un cellulare aveva fotografato da un pc nel suo ufficio presso lo Stato Maggiore della Difesa.
Qui Biot lavorava con le credenziali di massimo "nulla osta" all'accesso ai documenti militari. L'ufficiale, scrive la Cassazione, "si occupava della proiezione di tutti gli assetti italiani della difesa in teatri operativi esteri e della polizia internazionale delle forze armate italiane sotto l'egida Nato, Ue e Onu".
Nel 2021 il paese guidato da Putin era uno Stato amico e un buon partner commerciale e questa vicenda segnò comunque un momento di alta tensione tra Italia e Russia, ma dopo l'invasione dell'Ucraina il caso Biot, che sembrava una eredità della Guerra Fredda, ha acquistato un'altra luce.
"Sul contenuto delle notizie rivelate da Biot si apprende, dunque, che alla luce degli accertamenti effettuati dal Ros, si trattava di 47 notizie 'Nato secret', 57 'Nato confidential' e 9 con classifica 'riservatissimo'", ha scritto ad aprile la Cassazione nei verdetti 13649 e 13650. Il primo ha confermato la custodia cautelare in carcere per Biot, come stabilito dal Tribunale della libertà di Roma il 15 aprile 2021, e il secondo ha fatto lo stesso con riferimento a quanto stabilito dal Tribunale militare di Roma sezione riesame il 7 maggio 2021.
Prima dell'arresto ordinato dalla Procura di Roma, si legge ancora nei verdetti della Cassazione, su Biot si erano concentrati i sospetti del colonnello Marco Zearo, capo dell'Ufficio Minaccia asimmetrica, che "nutrendo più di un dubbio sul comportamento di Biot lo rappresentava al Ros, riferendo di aver fatto installare, già il 16 marzo 2021, alcune telecamere nell'ufficio del capitano di fregata". "Il 25 marzo 2021 era emerso che, con uno smartphone Biot aveva estratto delle foto dal video del computer e aveva fotografato documenti cartacei; indi aveva estratto dallo smartphone la scheda Sim e l'aveva inserita in una scatola di medicinali, insieme al telefono. Ciò emergeva dalle riprese eseguite all'interno dell'ufficio".
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