Si infiamma la campagna elettorale a Sesto San Giovanni, 80 mila abitanti al confine con Milano. A scatenare le polemiche a meno di una settimana dal voto, sono alcuni post ritenuti antisemiti di Michele Foggetta, esponente di Sinistra Italiana e candidato sindaco del centrosinistra che vuole riconquistare la 'Stalingrado italiana' strappandola al sindaco uscente della Lega Roberto Di Stefano.
A sollevare il caso è stato Il Giornale, che ha pubblicato le frasi dell'esponente di Sinistra italiana rivolte - nel 2011 e nel 2014 - allo Stato di Israele, definito un "diavolo" e una "montagna di m...".
Parla di "posizioni imbarazzanti" e "insulti vergognosi" il sindaco uscente, e candidato al bis, Di Stefano, secondo cui le offese "sono sinonimo di un'assoluta mancanza di senso della democrazia e di rispetto verso le istituzioni e un intero popolo".
"Nella vita si fanno degli errori e poi si cambia e si cresce. Il linguaggio e il merito che ho usato io nei confronti dello Stato di Israele anni fa in vecchie dichiarazioni non mi rappresentano più in alcun modo", replica su Facebook Foggetta.
LE REAZIONI NEL CENTRODESTRA
"A Sesto San Giovanni, la sinistra vorrebbe far eleggere un sindaco antisemita. Su Israele e il suo popolo, questo candidato ha scritto frasi a dir poco abominevoli. Letta dov'è? Chi lo sostiene è complice", commenta il deputato della Lega Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari costituzionali alla Camera.
Per Andrea Orsini di Forza Italia, membro della Commissione Esteri e del Gruppo di Collaborazione parlamentare Italia-Israele, "incredulità e sdegno sono le sole reazioni possibili dopo aver letto le indegne espressioni nei confronti di Israele e del popolo ebraico pronunciate dal candidato sindaco della sinistra a Sesto San Giovanni, Michele Foggetta. E che ogni forza politica responsabile, di destra o di sinistra dovrebbe condannare con sdegno". "Ebbene - continua Orsini - la cosa più incredibile è che non vi sia ancora stata nessuna netta presa di distanza e nessuna esplicita condanna da parte di forze come il Partito Democratico, che continuano a sostenerne la candidatura come se nulla fosse accaduto.
"Ancora più sconcertante la replica dell'interessato, che liquida gli insulti a Israele e agli ebrei come errori di gioventù, ma sono passati pochi anni, non si scusa con chi nel mondo ebraico si è sentito offeso e ferito, rivendica una paradossale coerenza nel sostenere da sempre la soluzione due popoli-due stati", prosegue Orsini. "Ad Israele, alla Comunità e alle altre Istituzioni Ebraiche va tutta la mia solidarietà. Un uomo coerente con un passato anti-semita non può diventare sindaco di una importante città della Lombardia. Mi aspetto che tutte le forze politiche responsabili convergano su questo".
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