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Papa: 'Chiedo perdono a Dio per le sofferenze degli indigeni in Canada'

Papa: 'Chiedo perdono a Dio per le sofferenze degli indigeni in Canada'

Il Pontefice ha incontrato le comunità indigene a Maskwacis: 'Indignazione e vergogna. Ora riconciliazione, camminiamo insieme'

EDMONTON (CANADA), 25 luglio 2022, 17:53

Redazione ANSA

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Il capo dei nativi dona al Papa il copricapo indigeno canadese - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il capo dei nativi dona al Papa il copricapo indigeno canadese - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il capo dei nativi dona al Papa il copricapo indigeno canadese - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Attendevo di giungere tra voi. È da qui, da questo luogo tristemente evocativo, che vorrei iniziare quanto ho nell'animo: un pellegrinaggio penitenziale. Giungo nelle vostre terre natie per dirvi di persona che sono addolorato, per implorare da Dio perdono, guarigione e riconciliazione, per manifestarvi la mia vicinanza, per pregare con voi e per voi". Così il Papa alle comunità native del Canada a Maskwacis. Esprimendo "l'indignazione e la vergogna" Francesco ha aggiunto: "Camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme, perché le sofferenze del passato lascino il posto a un futuro di giustizia, guarigione e riconciliazione".

 "Il primo passo di questo pellegrinaggio penitenziale tra di voi è di rinnovarvi la richiesta di perdono e di dirvi di tutto cuore che sono profondamente addolorato: chiedo perdono per i modi in cui purtroppo molti cristiani hanno sostenuto la mentalità colonizzatrice delle potenze che hanno oppresso i popoli indigeni. Sono addolorato. Chiedo perdono in particolare per i modi in cui molti membri della Chiesa e delle comunità religiose hanno cooperato anche attraverso l'indifferenza a quei progetti di distruzione culturale e assimilazione forzata dei governi dell'epoca culminati nel sistema delle scuole residenziali". Così il Papa.

Papa Francesco, in questa sua seconda giornata in Canada, è arrivato a bordo della sua Fiat 500L bianca a Maskwacis, a circa 70 km a sud di Edmonton, dove oggi incontra le popolazioni indigene First Nations, Metis e Inuit.Ѐ già questo uno dei momenti cruciali del viaggio, inteso dal Papa come "pellegrinaggio penitenziale" nei territori delle popolazioni autoctone per esprimere vicinanza e pentimento rispetto alle politiche di assimilazione e agli orrori delle scuole residenziali governative, in gran parte gestite dalla Chiesa cattolica.

L'area di Maskwacis ("colline dell'orso", in lingua cree), chiamata dal 1891 al 2013 Hobbema, dal nome della prima stazione ferroviaria costruita sul territorio, è situata nell'Alberta centrale. Ospita le riserve del gruppo delle Tribù Indiane del Canada Occidentale, le Quattro Nazioni di Maskwacis: l'Ermineskin Cree Nation; Louis Bull Tribe; Montana First Nation e Samson Cree Nation.

Le Prime Nazioni sono firmatarie del Trattato 6, uno degli 11 Trattati Numerati firmati dai popoli indigeni - First Nations -, e dalla Corona canadese, tra il 1871 e il 1921. Un tempo, questa vasta area era ricoperta di cespugli di mirtilli che attiravano nella zona una numerosa popolazione di orsi, da cui il nome Maskwacis o Bear Hills. Sono presenti all'incontro col Papa anche la governatrice generale del Canada, Mary Simon - lei stessa di madre Inuit - e il primo ministro Justin Trudeau

LA SECONDA GIORNATA DEL PONTEFICE IN CANADA

Il Papa viene accolto all'ingresso della chiesa dedicata alla Madonna dei Sette Dolori - nei pressi dell'ex scuola residenziale Ermineskin - dal parroco e da alcuni anziani delle popolazioni First Nations, Métis e Inuit, poi prosegue su una golf car fino al cimitero, accompagnato da suoni di tamburo. Entrato nel cimitero, in forma strettamente privata, Francesco si sofferma in preghiera silenziosa. Al termine, si trasferisce a bordo della golf car al Bear Park Pow-Wow Grounds, dove all'ingresso viene accolto da una delegazione di capi indigeni provenienti da tutto il Paese. Francesco ha percorso in sedia a rotelle le poche centinaia di metri verso il cimitero dei nativi. 

Dopo l'ingresso tradizionale dei capi indigeni ci sono le parole di benvenuto di uno dei capi, Wilton Littlechild. Quindi il discorso del Papa, in spagnolo, un canto, la preghiera del Padre Nostro, la benedizione e infine il saluto individuale al Pontefice di alcuni anziani e capi indigeni.

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