"La cosa stupefacente è che tante persone a cui si chiede cosa facessero il 2 agosto 1980 hanno tanti ricordi da raccontare. Gran parte dei nostri servizi segreti, interrogati nel processo, rispondevano alla stessa domanda che essendo passati più di 40 anni non ricordavano più.
L'omertà è ancora molto insistente da quelle parti, per fortuna altri hanno parlato". Lo ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime delle strage alla stazione del 2 agosto 1980 durante il suo intervento al parco di Villa Torchi a fianco al ceppo che ricorda i bambini vittime della bomba, facendo riferimento alla verità processuale sui mandanti di recente ottenuta con la sentenza del 6 aprile 2022 della Corte d'Assise di Bologna che ha condannato Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia. "Noi abbiamo avuto dei servizi segreti che si sono comportati in quel modo, ma chi ha nominato i servizi segreti erano i politici; nel 1978 furono nominati i vertici dei servizi segreti tutti iscritti alla loggia massonica P2 dal governo presieduto da Andreotti con l'avvallo di Cossiga, ministro degli Interni e - prosegue - quando parliamo dei servizi segreti deviati e delle schegge impazzite è un modo come un altro per limitare la responsabilità dei politici che hanno nominato quella gente".
Bolognesi parla di assetti di potere che ancora oggi si vogliono difendere: "Coloro che hanno fatto depistaggi, o dichiarato false testimonianze ai giudici e sono stati condannati, i depistaggi e le false dichiarazioni li hanno fatti nel 2019 - dice - questo vuol dire che parliamo ancora di momenti attuali, assetti di potere che ancora oggi vanno mantenuti. Questa è la verità del processo di primo grado, adesso vedremo nell'appello come andrà a finire, ma ci sono prove che sono sempre più difficili da scalzare; questa verità va a toccare assetti ancora attuali che saranno difesi strenuamente e questo deve far meditare".
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