Il confronto elettorale in tv continua a dividere le forze politiche. Dopo il pressing di ieri di Matteo Renzi e Carlo Calenda ad avere gli stessi spazi degli altri partiti, il direttore del Tg de La7 Enrico Mentana si fa avanti e propone un confronto tra i quattro poli negli studi de La7. "Noi siamo pronti a ospitare in prima serata venerdì 23 settembre i leader dei quattro poli per un confronto finale. Se vorranno, sarà diretto" scrive su facebook .
Intanto, protesta anche Clemente Mastella che minaccia lo sciopero della fame: "Continua la petulante insistenza di alcuni segretari di partito di monopolizzare i dibattiti televisivi. Abbiamo prodotto ricorso agli organi competenti per evitare un ennesimo scempio democratico, uno tra i tanti di questa singolare campagna elettorale. Gli spazi dovrebbero essere dati in più a chi non ha ministri che pur dimissionari continuano a frequentare le tv impazzando dovunque". "Le ragioni della democrazia impongono parità di accesso. Inizierò uno sciopero della fame se le regole dovessero essere disattese", dichiara in una nota il segretario nazionale di Noi Di Centro.
"Credo che gli italiani abbiano il diritto di valutare tutte le idee dei partiti, e quindi auspico un dibattito con le principali forze politiche e i loro leader. In un confronto con la presenza di Letta, magari potrei sperare di avere qualche risposta sui vergognosi candidati del Pd che insultano Israele e sulle imbarazzanti risse nel Pd di Roma (c'entrano le polizze assicurative da far stipulare al Campidoglio?). Potremmo anche parlare, finalmente, dei programmi: Flat Tax, Quota41, pace fiscale, energia e nucleare, sicurezza e immigrazione, caro bollette e potere d'acquisto. Io ci sono. E gli altri?" dice invece il leader della Lega Matteo Salvini.
"Apprendo da un'intervista di Bruno Vespa che da tempo Letta e Meloni lavorano a un accordo per fare un confronto da soli, a lume di candela, in prima serata in Rai, servizio pubblico", scrive su Facebook Giuseppe Conte. E "questo accordo - aggiunge - è stato evidentemente portato avanti escludendo le altre forze politiche fra cui la mia, il Movimento 5 Stelle, che è numericamente il secondo gruppo del Parlamento".
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