Arriva l'emendamento del governo al decreto rave, che riscrive il testo e cambia anche il numero dell'articolo, non più il 434 bis, ma il 633 bis. L'emendamento limita il reato a "chiunque organizza e promuove l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento" quando "dall'invasione deriva un concreto pericolo" per la salute o l'incolumità pubblica a causa dell'inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene. Si specifica così il tipo di occupazione, escludendo quelle degli studenti o le altre manifestazioni pubbliche.
In questo modo il nuovo reato 633 bis risulta riferito a situazioni precise, viene collegato alla violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene negli eventi e a quelle sulle sostanze stupefacenti. L'ipotesi di maggiore rigore viene circoscritta agli organizzatori e promotori dei rave party; i partecipanti saranno, invece, sempre punibili ma solo in base all'articolo 633 del codice penale, che rigarda l'invasione di terreni o edifici. Il nuovo testo riformula anche la norma che già prevedeva la confisca obbligatoria, estendendo il provvedimento anche ai profitti dei rave party, per fungere da ulteriore deterrente. Non cambia invece la pena, che resta da 3 a 6 anni, restano in questo modo possibili le intercettazioni, circoscritte alle eventuali indagini sull'organizzazione dell'evento.
Resta la pena massima di 6 anni per chi organizza o promuove l'occupazione di terreni o edifici per lo svolgimento dei rave, prevede l'emendamento del governo. Resta pertanto possibile attivare le intercettazioni telefoniche nelle indagini sui presunti organizzatori e promotori dell'evento. Oltre alla reclusione da 3 a 6 anni, è prevista una multa da mille a 10mila euro ed è "sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché delle cose che ne sono il prodotto o il profitto".
"Con quest'emendamento al decreto-legge anti-rave, il Governo perfeziona la norma, rendendo più efficace il contrasto delle condotte illecite che si vuole perseguire": così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo il deposito di un emendamento del Governo alla legge di conversione del dl 31 ottobre 2022.
L'emendamento presentato al decreto anti-rave da Forza Italia che prevede l'impossibilità per il Pm di fare ricorso in caso di sentenza di assoluzione passa il vaglio di ammissibilità in Commissione Giustizia del Senato. All'inizio, infatti, si pensava che potesse essere considerato estraneo per materia. Ma siccome anche il Governo ha presentato proposte di modifica alla parte del decreto che riguarda la riforma Cartabia, cioè il processo civile, l'emendamento del capogruppo in Commissione Pierantonio Zanettin resta e verrà messo ai voti giovedì prossimo 6 dicembre.
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