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Gaenswein, 'io prefetto dimezzato, restai scioccato'

Gaenswein, 'io prefetto dimezzato, restai scioccato'

Benedetto ironizzò, "Francesco non si fida di me, lei custode"

CITTÀ DEL VATICANO, 06 gennaio 2023, 16:47

Redazione ANSA

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Funeral Mass for Pope Emeritus Benedict XVI in St. Peter 's Square © ANSA/EPA

Funeral Mass for Pope Emeritus Benedict XVI in St. Peter 's Square © ANSA/EPA
Funeral Mass for Pope Emeritus Benedict XVI in St. Peter 's Square © ANSA/EPA

 "Restai scioccato e senza parole": così mons. Georg Gaenswein racconta il momento in cui nel 2020 è stato 'congedato' da Papa Francesco da capo della Prefettura della Casa Pontificia. E' lo stesso segretario di Ratzinger a definirsi "un prefetto dimezzato" nel libro "Nient'altro che la verità" scritto con il giornalista Saverio Gaeta (Piemme). "Lei rimane prefetto ma da domani non torno al lavoro", avrebbe detto il Papa, secondo quanto riferisce Gaenswein. Benedetto commentò ironicamente: "Penso che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode..."; scrisse al Papa per intercedere ma nulla cambiò.

Molto prima del 2013, quando prene la decisione di rinunciare al Pontificato, Benedetto XVI, come avevano già fatto i suoi predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, aveva già sottoscritto "una lettera di rinuncia" "nel caso non fosse stato più nelle condizioni fisiche o mentali per fare il Papa". Lo riferisce il segretario mons. Georg Gaenswein nel libro "Nient'altro che la verità".

Io non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi per cui questo fantomatico dossier non è mai stato reso noto unicamente perché non esiste". Lo dice mons. Georg Gaenswein parlando del caso di Emanuela Orlandi nel libro "Nient'altro che le verità" (Piemme). L'arcivescovo tedesco vuole così replicare a tutte quelle indiscrezioni di stampa che gli attribuivano documenti sul caso

"Gli spazi personali degli ultimi Pontefici" sono stati "equivalenti a quelli di Francesco nell'appartamento di Santa Marta". Lo sottolinea il segretario di Ratzinger, mons. Gerog Gaenswein, aggiungendo di riferirlo "senza alcuna polemica" ma per spiegare che non era corretto, soprattutto i primi tempi, contrapporrre Papa Francesco e Papa Bendetto, per la diversa scelta dell'abitazione. Gaenswein - nel libro "Nient'altro che la verità" (con il giornalista Saverio Gaeta, edizioni Piemme, in uscita la prossima settimana) - parla anche della necessità di mantenere il palazzo apostolico: "Per evitare il deterioramento delle stanze e delle suppellettili deve comunque venire tuttora curato, dunque in gioco non c'è per nulla la questione del risparmio economico , quanto appunto quella della psicologia personale". Era stato lo stesso Francesco a dire scherzando con un gruppo di Gesuiti di non volere vivere nel Palazzo apostolico "per motivi psichiatrici".

"Credo che il futuro di monsignor Georg Gaenswein dipenda innanzitutto da lui e poi naturalmente dalle persone che sono deputate a queste scelte nella Curia vaticana". Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Georg Baetzing, rispondendo alle domande dei giornalisti in un punto stampa dopo la celebrazione delle esequie del Papa emerito Benedetto XVI.
   
   

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