(di Alberto Zanconato) - "Sì, esiste il pericolo di uno scontro militare aperto" tra la Russia e gli Usa. E magari anche tra gli Usa e la Cina, perché Washington "sente che il tempo non gioca a suo favore" e questa è forse "l'ultima occasione per mantenere l'iniziativa strategica" globale nel XXI secolo. E' questa la lettura che dà dell'attuale crisi Andrei Sushentsov, preside della Scuola di relazioni internazionali della MGIMO, l'università del ministero degli Esteri di Mosca dove si formano i diplomatici russi, e membro di diversi organismi consultivi statali sulla politica estera.
Il conflitto in Ucraina, dice Sushentsov all'ANSA, è un aspetto del confronto per la ridefinizione degli equilibri globali, 30 anni dopo la caduta dell'Urss. "Questo conflitto - osserva - ha una base oggettiva, che la Russia ha messo in luce nelle sue rimostranze verso l'Occidente: non potete costruire un sistema di sicurezza esclusivo in Europa. Se questo problema non viene risolto, continuerà a tornare. Dobbiamo rispettare le reciproche linee rosse e le preoccupazioni russe devono essere prese in considerazione. Gli obiettivi di Mosca sono molto limitati: ridurre le minacce della Nato alla sicurezza russa. Ma ascoltando il discorso di Joe Biden a Varsavia, sembra che gli Usa siano convinti di poter risolvere tutto con la forza militare".
E' dunque una nuova Guerra Fredda? "Per certi versi - risponde Sushentsov - assomiglia alla prima fase della Guerra Fredda, quando Usa e Urss non avevano ancora costruito un sistema di contenimento reciproco. Adesso vediamo molto entusiasmo da parte americana. Dal discorso di Biden si capisce che sono pronti ad investire molte risorse per la sconfitta strategica di Mosca e considerano fattibile questa sconfitta.
Quindi ci dirigiamo verso un possibile scontro diretto. Per esempio ora si parla dell'invio all'Ucraina di jet militari, e la Storia ci insegna che quando ciò avviene, normalmente vengono inviati anche piloti".
Pechino, che in questi giorni ha mandato a Mosca il capo della diplomazia del Pcc, Wang Yi, dice di volere favorire una soluzione diplomatica del conflitto ucraino, ma gli Usa la accusano di volere armare la Russia. "La Cina sta cercando di attenuare le tensioni. E' nel suo interesse mantenere la pace per avere il tempo di continuare a crescere e sorpassare gli Usa. Spera che la globalizzazione possa continuare a funzionare e che possa emergere pacificamente un ordine economico sino-centrico. Ma non possiamo escludere una crisi militare per Taiwan. Gli Usa, infatti, stanno mettendo pressione sulla Cina, perché sono convinti che il tempo non giochi a loro favore. E quindi cercano di espandere la crisi a livello mondiale".
E l'Europa? "Da Mosca non abbiamo in Europa un interlocutore sistemico con cui cercare di risolvere il problema. Gli europei dovrebbero capire che pagheranno le spese di quanto sta accadendo. I Paesi dell'est della Ue sono i più oltranzisti nella politica anti-russa, ma viste le dimensioni delle loro economie, alla fine non saranno loro a dover pagare i costi, bensì i Paesi più ricchi. La Russia ha altre opzioni strategiche, ma l'Europa no, dipenderà solo dagli Usa. I dirigenti europei dovrebbero chiedersi: 'Come esattamente tutto questo potrà portarci un beneficio?' Invece prevalgono l'entusiasmo, le emozioni, come se si trattasse di una partita di calcio. Ci sarebbe bisogno di un maggiore realismo, e capire che la Russia comunque non potrà sparire. Gli americani hanno tutto da guadagnare da questa guerra, non hanno bisogno di una pace stabile in Europa. Ma se gli europei prendono una posizione, gli Usa capiranno che devono parlare anche con loro".
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