E' pronta la proposta di risoluzione
di Fratelli d'Italia che di fatto boccia il certificato europeo
di filiazione, documento al centro della proposta di regolamento
Ue al vaglio del Senato e che consentirebbe il riconoscimento
dei diritti dei figli all'interno dell'Unione europea,
indipendentemente da chi li ha concepiti, se nati da genitori
omosessuali o se adottati. Il documento - firmato dal relatore,
il senatore Giulio Terzi che è anche presidente della
commissione Politiche Ue - sarà discusso martedì in commissione.
Nel frattempo il M5s sta lavorando a una risoluzione di
minoranza, essendo favorevole alla proposta di regolamento, così
come Pd e Avs. "Ci auguriamo che su questo convergano le altre
opposizioni", aggiunge la senatrice 5S, Dolores Bevilacqua.
Contrario al regolamento Ue è il centrodestra, che teme si
bypassi così il divieto alla maternità surrogata, vietata in
Italia e ammessa oggi in 3 paesi Ue su 27. Da qui il quasi
scontato parere negativo che la commissione del Senato darà alla
proposta di regolamento e che sarà poi trasmesso al Consiglio
europeo che, successivamente tenendo conto dei pareri dei
Parlamenti dei vari Stati, affronterà il tema.
Nella risoluzione di FdI si contesta, in particolare,
l'obbligo di riconoscimento del certificato Ue di filiazione
perché non rispetta i principi di sussidiarietà e
proporzionalità. In altre parole, si respinge l'ipotesi che quel
certificato diventi automaticamente valido e quindi accettato
anche in Italia, perché - è il ragionamento condiviso nella
maggioranza - sarebbe un'invasione del diritto europeo su quello
italiano soprattutto sulla maternità surrogata. In alternativa
si propone l'"adozione in casi particolari", prevista dalla
legge 184 del 1983 e che consentirebbe al partner del genitore
che non ha procreato di adottare il minore.
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