Come i pronostici, così anche i toni sono rassicuranti: una alleanza solida - quella del centrodestra - che non impensierisce e priva di attriti. Che si presenta platicamente unita anche nella chiusura della campagna elettorale con il comizio dei tre leader, Giorgia Meloni (in collegamento video, solo perchè bloccata a Roma per impegni di governo), Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Ma dalle urne non uscirà solo un responso scontato - come sostengono tutti gli analisti - con la vittoria del leghista Massimiliano Fedriga sull'antagonista di centrosinistra Massimo Moretuzzo (che pur rosicchia voti) e, staccati, Alessanro Maran per il Terzo Polo e Giorgia Tripoli per Insieme liberi. Le schede calibreranno anche l'indicatore tra i due piatti della bilancia della maggioranza: il "peso" leghista e quello di Fratelli d'Italia.
Un dubbio che non è stato fugato nemmeno l'ultimo giorno di campagna elettorale, diventata progressivamente più frizzante con mezzo governo stabilmente in giro per il Fvg. Per prima è atterrata la ministra dell' Università Anna Maria Bernini ed ha segnalato che il Fvg "è una regione strategica, è una porta sui Balcani, un luogo della scienza, dell' applicazione, dell'alta formazione". Quindi questo voto "sarà molto importante a livello nazionale e sarà una voto che vedrà il centro destra unito e vincente". E' tornato anche Giuseppe Conte che ha fatto vibrare un nervo scoperto della destra, il fenomeno migratorio, "i cui flussi sono quadruplicati". Più concilianti i toni sul Pnrr e perfino sul nuovo Codice degli appalti, da modificare ma non distruggere. Mentre Salvini si è limitato ai selfie e a una silenziosa presenza, dal palco montato a Udine a chiusura campagna, è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a prendere la scena: "La donna non è una macchinetta delle sigarette. L'utero di una donna non deve essere utilizzato per sfornare figli come se fosse un forno dove si sfornano le patate arrosto", ha tra l'altro detto ribadendo il no netto alla maternità surrogata.
Al di là dei rapporti di forza interni, proprio Giorgia Meloni ha fugato ogni dubbio sul futuro rapporto in Giunta Fvg tra Lega e FdI: "Massimiliano è per me prima di tutto un amico, persona capace, onesta, amministratore puntuale alleato leale su cui si può fare affidamento a ogni livello".
Anche Attilio Fontana, da Milano interviene a tranquillizzare tutti: Le elezioni in Fvg "non credo che saranno un test per il governo", "chiaro, però, che se Fedriga vincerà con il 60% vorrà dire che il centrodestra è ancora più forte". "Fedriga è favoritissimo", prosegue, ma forse non doppierà gli avversari, come ha detto più volte Salvini. Anche perché il principale antagonista degli altri tre, il candidato del centrosinistra Massimo Moretuzzo, è serio, preparato e riscuote consensi oltre le aspettative.
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