Le opposizioni aspettano il governo al varco della giustizia. Le parole della premier Giorgia Meloni a sostegno della riforma e sui casi Santanchè e Delmastro sono state usate dai leader di minoranza - o almeno di una parte - come inneschi. "Un brutto spettacolo per il Paese", ha detto la segretaria Pd Elly Schlein, perché la presidente del consiglio "difende l'indifendibile" e "a reti unificate accusa la magistratura" aprendo "uno scontro istituzionale inaudito".
Giuseppe Conte ha tirato dritto sulla strada tracciata dal M5s
"Chiederemo la calendarizzazione della sfiducia al ministro Santanché fino a quando non verrà fatta", dice Conte. Il fronte della maggioranza non è apparso granitico. La lega non sembra disposta a difendere a tutti i costi gli esponenti di FdI finiti nel mirino. E se Meloni ha rivelato riserve sulle uscite del presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicesegretario leghista Andrea Crippa è stato anche più deciso: "La Russa è la seconda carica dello Stato, per questo" sarebbe stato "più opportuno il silenzio nei confronti di una ragazza che sta denunciando una violenza". Sullo sfondo, c'è il rapporto del governo con le toghe. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è rimasto sul solco tracciato da Palazzo Chigi. Ha rivendicato la nota sulla "fascia" di magistrati che fanno opposizione, ma ha spiegato: "Non entrerei mai in conflitto con la magistratura. Questo non significa che non ci siano dei confronti sui temi sui quali abbiamo opinioni diverse". Ma il leghista Crippa ha puntualizzato: "Non vedo un complotto dei magistrati contro il governo. Ci sono da parte della magistratura delle indagini: aspettiamone serenamente le conclusioni. La Lega chiede di abbassare i toni. Basta scontri e polemiche".
Il Guardasigilli ha comunque difeso la riforma da quelli che potrebbero essere i dubbi del Colle: "Mi inchino agli orientamenti del Quirinale, trattandosi di un disegno di legge, e non di un decreto, il transito al Quirinale è un atto dovuto", ha spiegato, ribadendo però che l'abuso d'ufficio "è una sorta di reato residuale" quindi, "a questo punto abolirlo era l'unica soluzione possibile". Più che il fronte unito delle opposizioni, a prendere la parola è stato il campo progressista, visto che il Terzo Polo in giornata è stato parco di commenti. "L'attacco ai magistrati è partito da una nota" di Palazzo Chigi, ha ricordato il deputato dei Verdi-Si Angelo Bonelli. Mentre il leader di Si Nicola Fratoianni ha ironizzato su Meloni: "Arrampicarsi sugli specchi non può essere uno sport estivo". E Riccardo Magi, di Più Europa: "Il cortocircuito di Giorgia Meloni è totale".
Anche la solidarietà espressa dalla presidente del consiglio alla ragazza che ha denunciato di essere stata violentata dal figlio di la Russa non ha allentato le tensioni con la minoranza: "Mi sarei fortemente stupita del contrario - ha detto Schlein - Abbiamo una presidente del Consiglio donna che deve stare dalla parte delle donne. Quelle di La Russa sono parole inaccettabili". Uno di protagonisti degli affaire, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, ha preferito glissare rifacendosi alle parole della premier: "Ha già detto tutto, chi sono io per sostituirmi a lei. Penso che una jeep non possa sostituirsi ad una Ferrari, che è Meloni".
"Oggi questa conferenza è grave, le parole di Meloni sono gravi". Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, al Tg2 Post. "Ha sottoscritto le fonti Chigi che dicevano che la magistratura ha cominciato la campagna elettorale per le europee. Invece di abbassare i toni li ha innalzati. Questa cosa non è accettabile".
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