Si allargano le maglie della legge Bossi-Fini, grazie ad un emendamento di Fdi (prima firma del capogruppo Tommaso Foti) al decreto Pa 2, approvato all'unanimità dalle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera. L'emendamento concede il visto di ingresso per lavoro in Italia agli stranieri che sono stati dipendenti di aziende italiane operanti in paesi extracomunitari per almeno 12 mesi nei precedenti 4 anni.
La legge Bossi fini ha maglie molto strette sugli ingressi legali in Italia e all'articolo 27 li prevede solo per figure professionali altamente specializzate (docenti universitari, ecc). L'emendamento di Foti introduce quindi la possibilità anche per figure di livello professionale inferiore la possibilità di ingresso legale in Italia, a patto che siano stati dipendenti di società italiane operanti in paesi extracomunitari. La sorpresa per l'emendamento da parte del centrosinistra è stata espressa da Matteo Mauri (Pd), già sottosegretario agli Interni, ed esperto di immigrazione: "pensavo che l'emendamento fosse stato presentato da un collega di centrosinistra - ha affermato - perché avevamo sollevato noi il tema della necessità di allargare le possibilità di ingresso legale in Italia. Vedo con piacere che il governo fa la faccia feroce, descrivendo l'immigrazione come una sostituzione etnica, poi agisce in modo incoerente anche se in modo giusto, e per noi va bene così". Mauri ha chiesto di allargare ulteriormente le maglie di ingresso legale in Italia, richiesta fatta anche da M5s e da Iv con Maria Elena Boschi. Il capogruppo di Fdi in Commissione Affari costituzionali, ha replicato sottolineando "l'approccio pragmatico del governo sul tema migranti". "Cogliamo lo spirito positivo del sì delle opposizioni al nostro emendamento, che così facendo dicono sì alla linea del governo". Parole che non sono piaciute a Mauri: "se Urzì vuole che votiamo 'no' lo dica: non sposiamo la linea del governo, rileviamo che il governo è sulla nostra". Alla fine il presidente della Commissione Lavoro Walter Rizzetto ha tagliato corto ponendo in votazione l'emendamento che è passato all'unanimità.
Slitta l'intesa in Ue sul regolamento per le crisi
A quanto apprende l'ANSA la riunione degli ambasciatori dei 27 in Ue (Coreper) non ha raggiunto un'intesa sul regolamento per le situazioni di crisi nella migrazione e nell'asilo, ultimo tassello del nuovo Patto sui migranti siglato l'8 giugno. L'intesa avrebbe permesso l'approdo al trilogo - ovvero al negoziato con il Pe - del regolamento, assieme alle altre misure previste dal patto. La presidenza spagnola aveva avanzato una proposta di mediazione: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Austria hanno annunciato la loro contrarietà, Germania, Slovacchia e Olanda la loro astensione. Il quorum, quindi, non sarebbe stato raggiunto.
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