Alla vigilia dell'incontro con la presidente del Consiglio, le opposizioni sono tutte d'accordo: Giorgia Meloni non ha letto "nemmeno una riga" - per dirla alla Conte - della proposta di legge sul salario minimo presentata lo scorso 4 luglio in Parlamento. Il testo, firmato da 5stelle, Pd, Avs, Azione e +Europa, mira a stabilire una soglia minima di retribuzione di 9 euro l'ora in modo da tutelare anche i settori più deboli del mondo del lavoro.
Ecco in 7 punti principali, come si articola la proposta di legge sul salario minimo con cui le opposizioni si presenteranno domani a Palazzo Chigi: 1) al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore; 2) a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, venga comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all'ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali; 3) la giusta retribuzione così definita non riguardi solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell'ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo; 4) conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo, sia istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario; 5) sia disciplinata e quindi garantita l'effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso; 6) sia riconosciuta per legge l'ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati; 7) sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso".
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