Dall'ex cancelliera tedesca Angela Merkel, convinta di parlare con l'ex presidente ucraino Poroshenko, al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, da Elton John al premier spagnolo Pedro Sanchez: è lunga la lista delle vittime eccellenti dei fake telefonici del duo di comici russi Vovan e Lexus (Vladimir Krasnov e Alexei Stolyarov), che questa volta hanno preso di mira la premier Giorgia Meloni.
Vovan e Lexus utilizzano una tecnica ormai ben rodata.
Adottando una finta identità, normalmente quella di un esponente di governo o di un politico, e citando informazioni di cui sono a conoscenza, colgono alla sprovvista il loro interlocutore e riescono a farlo parlare in modo confidenziale. Più che sull'imitazione delle voci puntano sull'effetto sorpresa. I due sono diventati famosi grazie al loro canale Youtube, che è stato messo al bando quest'anno.
Solo il mese scorso nella trappola era caduto Sanchez, convinto di parlare con il presidente di un Paese africano preoccupato per la sospensione dell'accordo per l'esportazione del grano ucraino dai porti sul Mar Nero. Il primo ministro spagnolo si era mostrato comunque fermo sulla sua posizione contraria a riammettere le banche russe nel sistema Swift e aveva mostrato interesse a "ristabilire l'ordine in Niger" giudicando "inaccettabile lasciare la Russia come primo attore nella regione" del Sahel.
Nel mese di aprile i due erano riusciti a registrare una conversazione con il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, fingendosi nientemeno che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel novembre dello scorso anno erano arrivati al presidente polacco Andrzej Duda con uno dei due che si era spacciato per Emmanuel Macron.
In passato uno dei due comici aveva addirittura impersonato il presidente Vladimir Putin per parlare al telefono con Elton John. Era stato lo stesso musicista a rendere nota la presunta conversazione con il leader russo su Instagram, dicendosi pronto a incontrarlo per discutere della discriminazione dei gay in Russia. Spacciandosi ancora per Zelensky uno dei due aveva parlato lo scorso anno con la scrittrice britannica J K Rowling, proponendosi come attore in un eventuale nuovo film della saga di Harry Potter. Poi aveva criticato l'allora premier britannico Boris Johnson con un "preferisco Tony Blair".
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