L'Aula del Senato ha dato il suo via libera definitivo all'istituzione della commissione d'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. Il voto è avvenuto per alzata di mano e il responso positivo è stato accolto da un lungo e caloroso applauso da parte dell'Assemblea. Erano presenti a Palazzo Madama i familiari che aspettavano questa notizia da mesi. Tra loro Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che da quarant'anni cerca la verità: "Sono contento, aspettavo con fiducia questa notizia. Questa commissione potrà fare tantissimo. Sono convinto che arriveremo alla verità, non potrà essere occultata per sempre. Ringrazio i senatori che l'hanno votata", ha commentato sottolineando che "questa Commissione potrà fare tanto, più di quanto può fare l'inchiesta vaticana".
Il voto al Senato non ha ottenuto l'unanimità come era stato alla Camera. Ma oggi Pietro Orlandi guarda avanti e dice di "rispettare l'opinione" anche di chi non ha votato a favore, come Ferdinando Casini, che infatti oggi si è astenuto. "Mi piacerebbe avesse anche il coraggio di spiegarci perché è contrario ad una commissione che possa accertare la verità su una vicenda che va avanti da tanti anni", aveva commentato il fratello di Emanuela ieri, al momento in cui il voto era slittato. Oggi però volta pagina e guarda con fiducia a quanto si potrà fare in questa sede. "Ci auguriamo che la Commissione d'inchiesta parta quanto prima. Sono contenta di questa 'intromissione perniciosa' del Parlamento in questa vicenda", dice Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi, richiamando le parole del promotore di Giustizia Vaticano Alessandro Diddi che aveva definito in quel modo la Commissione, sottolineando dunque la sua contrarietà.
"La verità serve a tutti", dice Roberto Morassut del Pd, evidenziando l'importanza della decisione del Parlamento. Tra i più fervidi sostenitori della Commissione c'è anche Carlo Calenda, leader di Azione: "Oggi inizia un percorso nuovo che deve portare finalmente alla verità. Lo dobbiamo alle famiglie e lo dobbiamo alla giustizia".
Forza Italia ha dato il suo sì ma chiede che la commissione "non diventi un teatrino mediatico, come alcuni programmi televisivi che hanno messo sotto processo Giovanni Paolo II".
Sono le parole di Maurizio Gasparri che sottolinea l'importanza della ricerca della verità "anche se ho molti dubbi - precisa - che si possa scoprire ciò che è realmente accaduto. La posizione di Forza Italia quindi è molto laica: si ricerchi".
Il Parlamento ha deciso di puntare i fari anche sulla storia di Mirella Gregori che forse ha avuto in questi anni in generale un po' meno attenzione ma sulla quale la famiglia ha sempre chiesto di non smettere di indagare.
Per quanto riguarda invece il caso di Emanuela Orlandi la Commissione parlamentare svolgerà il suo lavoro ma allo steso tempo dovrebbe proseguire il lavoro di indagine in corso in due uffici giudiziari, quello vaticano e quello di Roma.
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