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Commissione Ue pronta alla lettera d'infrazione sui Balneari

Commissione Ue pronta alla lettera d'infrazione sui Balneari

Si tratta di un parere motivato, a Roma due mesi per la risposta

16 novembre 2023, 09:58

Redazione ANSA

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Uno stabilimento balneare - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno stabilimento balneare - RIPRODUZIONE RISERVATA
Uno stabilimento balneare - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Commissione europea, a quanto si apprende, è pronta a inviare al governo italiano la lettera con il parere motivato sul dossier Balneari. La lettera, che potrebbe essere pubblicata già domani anche se manca una conferma ufficiale e non sono esclusi cambiamenti di programma dell'ultim'ora, fa seguito alla sentenza della Corte di Giustizia dell'Ue dello scorso aprile e costituisce di fatto un passo in avanti dell'esecutivo Ue nella procedura di infrazione a cui è sottoposta Roma sulle concessioni balneari. L'Italia, una volta ricevuta la missiva, avrà due mesi di tempo per replicare alla Commissione.

Assobalneari, 'manca il presupposto per le gare'

"Il tema delle concessioni balneari viene presentato come complesso ed un nodo difficile da affrontare e risolvere per i governi che dal 2008 ad oggi si sono misurati su questa questione. Ma la soluzione è più semplice di quanto venga fatta volutamente apparire e la troviamo in tutta la sua disarmante semplicità leggendo gli articoli 11 e 12 della Direttiva Bolkestein senza neanche aver bisogno di essere giuristi per poterla comprendere". A sottolinearlo è Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari - Federturismo Confindustria. "Infatti - continua Licordari in una nota - l'art. 12 così recita: qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per la scarsità delle risorse naturali, gli Stati membri applicano una procedura di selezione (gare ndr). Per questo motivo il governo Meloni ha istituito un apposito tavolo tecnico a Palazzo Chigi coinvolgendo ben 9 ministeri con l' importante contributo del ministero delle Infrastrutture che, di concerto con il ministero dell' Ambiente, attraverso il Sistema Informatico del Demanio ha permesso di certificare che le coste marittime italiane sono occupate solo per il 33% (manca ancora il dato lacuale e fluviale ancora da determinare) e che perciò la risorsa di cui tratta l' art 12 della direttiva non è scarsa. Perciò come conseguenza della mancanza del presupposto per fare le procedure selettive evidenziate dal 'qualora' con cui inizia appunto l' art 12, si ricade obbligatoriamente nel precedente art. 11 della stessa direttiva che prevede la durata non limitata delle autorizzazioni". Per il presidente di Assobalneari, "bene ha fatto il governo Meloni ad acquisire questo dato inconfutabile che gli consentirà di opporsi con dati alla mano alle sospette pressioni di questa Commissione europea ormai in scadenza che ha visto offuscata la sua attività con il Qatargate, una pagina vergognosa per le istituzioni europee. La vicenda delle concessioni balneari ha tutto il sapore di un Beachgate, che siamo certi il nostro governo saprà fronteggiare facendo valere la verità che proprio emerge dalla stessa direttiva e dalla sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo del 20 aprile scorso. Anche lo stesso Tar di Lecce con la sentenza di pochi giorni orsono ha ben evidenziato l'importanza del risultato della mappatura che non è una difesa di una corporazione, ma lo strumento governativo per dimostrare finalmente come stanno le cose in Italia. Le imprese italiane non devono cadere in mano a multinazionali straniere".

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