Matteo Salvini precetta ancora una volta. Il vicepremier e ministro dei Trasporti ha firmato la lettera di precettazione per ridurre lo sciopero di lunedì dei mezzi pubblici dalle annunciate 24 ore a quattro, ossia dalle ore 9 alle ore 13. "Non tutti i sindacati coinvolti hanno proposto di incrociare le braccia tutto il giorno", sottolinea il ministero in una nota, precisando che per Salvini "il diritto allo sciopero è sacrosanto" ma allo stesso tempo il titolare del Mit "è altresì determinato a ridurre al massimo i disagi per i cittadini", anche alla luce di agitazioni che "ormai sono diventate molto frequenti", soprattutto nell'ultimo giorno prima del weekend o all'inizio della settimana lavorativa.
Immediata la replica dei sindacati di base. "Salvini passa dalle minacce ai fatti. Ciò nonostante la totale chiusura delle parti datoriali rispetto alle rivendicazioni salariali, dei diritti, sulla sicurezza, contro le privatizzazioni", afferma il segretario nazionale della Cub Trasporti, Antonio Amoroso, definendo la precettazione "un atto gravissimo per uno sciopero indetto nel rispetto delle regole". L'accusa a Salvini è di "voler scippare ai lavoratori la libertà dell'esercizio di sciopero".
La Cub e le altre sigle sindacali di base Cobas, Usb, Sgb e Orsa a questo punto "valuteranno se riprogrammare l'astensione ad un'altra data, avviando una campagna per sensibilizzare il Paese rispetto al grave attacco ai diritti democratici", spiega Amoroso. In mattinata il tavolo al Mit, convocato da Salvini, con sindacati e parti datoriali sullo sciopero si era concluso con un nulla di fatto. "Le controparti datoriali hanno chiuso a qualunque possibilità di confronto", ha detto la Cub, spiegando che "loro non ci riconoscono e sono in trattative con le organizzazioni sindacali firmatarie".
Da qui la conferma dello sciopero nazionale di 24 ore per lunedì, prima che arrivasse la precettazione del ministro. I sindacati di base chiedono per i lavoratori del trasporto pubblico locale "aumenti salariali dignitosi, migliori condizioni di lavoro, tutela di salute e sicurezza", ma lo sciopero è anche "contro le privatizzazioni". Sulla questione degli stipendi, in particolare, chiedono "l'applicazione contrattuale di primo e secondo livello ai neo assunti" e un "salario minimo per legge a 10 euro contro la pratica dei contratti atipici e precariato", quindi aumenti salariali "a partire da almeno 300 euro al mese".
E proprio sulla precettazione è intervento da Torino anche il leader della Cgil, Maurizio Landini, tuonando contro il governo e quindi contro il ministro dei Trasporti, che la settimana scorsa aveva precettato sullo sciopero proclamato dalla stessa Cgil e dalla Uil. "Il governo ha firmato la precettazione, un atto autoritario e antidemocratico che non è mai avvenuto nella storia. Non è un atto solo contro i sindacati ma contro la libertà dei singoli cittadini", ha detto Landini, partecipando alla manifestazione nel capoluogo piemontese.
"Abbiamo impugnato quel provvedimento perché è sbagliato, non ci facciamo intimidire e proseguiremo con la nostra lotta", ha aggiunto il segretario generale della Cgil. "La risposta più forte è quella che sta arrivando oggi con una partecipazione fortissima e un'adesione agli scioperi molto alta", ha sottolineato, concludendo che "la democrazia e i diritti si difendono praticandoli". .
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