"Una furia ideologica che trova
eguali solo nell'opera di rimozione dell'identità storica
concepita dai talebani. L'atto di deliberata demolizione di uno
dei nomi di luogo simbolo della Valle d'Aosta, come Cervinia, da
parte della precedente amministrazione autonomista impone un
sussulto d'orgoglio di tutta la comunità civile che riconosce
nel valore delle denominazioni toponomastiche tradizionali lo
stesso valore che si attribuisce ai monumenti. Non vanno
abbattuti in preda a impulsi ideologici ma vanno considerati
come elemento di identità e stratificazione culturale". E'
quanto dichiara in una nota Alessandro Urzì, capogruppo di
Fratelli D'Italia in Commissione Affari Costituzionali della
Camera dei Deputati.
"Incomprensibile quindi l'azione amministrativa - prosegue - che
ha portato con una leggerezza imbarazzante da parte della
amministrazione comunale precedente e della regione (in modo
totalmente acritico), con il plauso di una sinistra
intellettuale sempre più scollegata dalla realtà, a scalpellare
dalle targhe di Cervinia il nome storico legato
indissolubilmente alla nascita della località quale centro
sciistico. Si è cercato di dare inizialmente da parte di
qualcuno a questa iniziativa una motivazione ideale, addirittura
legandola a ipotetiche necessità di 'riparazione' rispetto alla
storia del secolo scorso, ma rimane invece una esclusiva azione
autolesionista e violenta nel suo significato: rimuovere e
sostituire invece di accompagnare e affiancare, eventualmente.
Ma Cervinia rimane Cervinia. Non basta un bollo su una carta a
cancellarla".
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