Mario Draghi presidente della Commissione europea: la proposta, scrive il quotidiano Repubblica, sarebbe stata elaborata dal presidente francese Emmanuel Macron e sottoposta alla Germania di Olaf Scholz. Uno scenario che spariglia con Draghi a palazzo Berlaymont ed Ursula von del Leyen, attuale numero uno della Commissione, alla segreteria generale della Nato. Ipotesi, che sempre secondo l'articolo di Repubblica, avrebbe il placet degli Stati Uniti. Incognita non da poco sarebbe invece il ruolo di palazzo Chigi nell'avallare o meno la scelta.
Nonostante alle elezioni manchino ancora diversi mesi, lo scenario provoca abbastanza in fretta una serie di reazioni e prese di distanza. La più importante è quella del diretto interessato: fonti vicine all'ex numero uno di Bankitalia lasciano trapelare: Draghi non è interessato alla presidenza della Commissione europea.
Bocche cucite invece a Parigi "non abbiamo nessun commento da fare", si limitano a far filtrare fonti dell'Eliseo. Una consegna del silenzio che rappresenta la linea scelta anche a Bruxelles dagli eurodeputati fedelissimi di Macron.
L'ipotesi di Draghi in Europa determinerebbe poi il tramonto dell'eventuale bis della popolare Ursula von der Leyen. Per questo, a ribadire invece il sostegno all'attuale presidente della Commissione ci pensa il vicepremier Antonio Tajani. Il leader di Forza Italia, partito che milita nel Ppe, mette in chiaro che il Partito popolare confermerà il sostegno a von der Leyen: "I trattati prevedono che il presidente della Commissione venga individuato tenendo conto dei risultati dell'elezione del nuovo Parlamento europeo. Noi popolari europei - spiega - terremo il nostro congresso in febbraio a Bucarest e credo proprio che confermeremo la candidatura di Ursula von der Leyen".
Dopo la smentita di Draghi non c'è niente da aggiungere, è il ragionamento di Fratelli d'Italia. Non solo - osservano in generale nel centrodestra - ipotizzare l'ex numero uno al vertice della Commissione Ue sarebbe affidare ad un tecnico un ruolo frutto di accordi politici.
Chi non ha dubbi è invece Azione: "Lavoreremo in ogni modo per raggiungere questo obiettivo", dice chiaramente Carlo Calenda che aggiunge: "Draghi alla guida dell'Ue, alla Commissione o al Consiglio, rappresenterebbe la migliore possibilità per l'Europa di risollevarsi. Ha già salvato l'euro una volta ed è venuto in soccorso dell'Italia in un momento drammatico. Possiede l'auctoritas, la dignitas e l'esperienza per far fare all'Ue il salto di qualità di cui ha bisogno".
Sulla stessa linea Riccardo Magi, segretario di +Europa "Draghi ha saputo esprimere più di chiunque altro con chiarezza la tragicità e l'importanza dell'attuale fase storica per l'Europa: 'l'Europa è in crisi, diventi Stato'. La sua guida sarebbe la migliore garanzia per imboccare questa strada necessaria al rilancio dell'Unione".
A scendere in campo a sostegno dell'ex premier è anche il vicepresidente di Renew Europe, il renziano Nicola Danti "Draghi e' una risorsa fortissima per l'Europa, in qualunque ruolo venisse candidato. E' esattamente l'uomo giusto per risvegliare il continente e farlo tornare attore protagonista nelle sfide globali. In tal senso, ribadiamo totale sostegno a qualsiasi ipotesi". Gli fa eco in Italia Davide Faraone, capogruppo di Iv alla Camera: "Stati uniti d'Europa, esercito europeo, elezione diretta del presiedente della commissione, Draghi alla guida del consiglio o della commissione: noi ci siamo".
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