Il Papa, in questi dieci anni, ha visitato Santa Maria Maggiore già oltre cento volte ma anche prima era una delle sue chiese preferite. E' alla Salus Populi Romani, l'icona della Madonna cara alla città di Roma, che il Pontefice oggi affida i suoi viaggi e le sue preoccupazioni.
"Prima, quando venivo, ci andavo sempre la domenica mattina quando ero a Roma, ci andavo per un po'. Sì, c'è un legame molto grande", confida il Papa alla tv messicana N+ annunciando che sarà sepolto in quella chiesa. Si studia anche il rito funebre che Francesco vorrebbe sfrondare: "Ero con i cerimonieri, lo semplifichiamo un po'", annuncia il Pontefice. A Santa Maria Maggiore il posto scelto sarebbe proprio accanto all'icona della Salus che si trova nella Cappella Paolina, in fondo sulla sinistra, dove sono già sepolti San Pio V e Paolo V Borghese. C'è una nicchia, accessibile anche dalla navata, dove potrebbe essere agevolmente collocata una tomba. Anzi, quel luogo era stato prenotato da un cardinale, ancora vivente, fanno sapere fonti della basilica mariana. Ma di fronte alla richiesta di un Papa tutto viene rivisto.
Papa Francesco sorride davanti alla telecamera e alle domande della decana dei vaticanisti, Valentina Alazraki, ma mostra anche tanto realismo perché tra qualche giorno, domenica 17 dicembre, si prepara a spegnere 87 candeline. "La vecchiaia non si trucca, è se stessa, si presenta così com'è. E d'altra parte, bisogna sapere accogliere i doni della vecchiaia. Bisogna accettare che si può fare molto bene da un'altra prospettiva". Ma non c'è nulla di nuovo legato all'ultimo malessere che lo ha costretto a rinunciare ad andare a Dubai alla Cop28. "Mi sento bene, mi sento migliorato. A volte mi dicono che sono un incosciente perché ho voglia di fare le cose e muovermi. Quindi sono buoni segnali, no? Sto abbastanza bene".
Alle dimissioni ora non pensa ma restano una possibilità: "Ho visto il coraggio di Benedetto quando si è accorto che non poteva, ha preferito dire basta, e questo mi fa bene come esempio e chiedo al Signore di dire basta, ad un certo punto, ma quando Lui vorrà". E quindi guarda al domani e ai progetti per il 2024, a partire dall'unico viaggio al momento confermato, quello in Belgio. Poi ci sono due "progetti pendenti", in Polinesia e in Argentina, ma dipenderà appunto dalle condizioni di salute. Alla sua terra il Papa guarda con grande affetto e per questo passa sopra anche agli insulti che il neo presidente Javier Milei gli ha rivolto durante la campagna elettorale. Lo stesso Milei che però ha già invitato il Papa in Argentina. "In campagna elettorale - minimizza Bergoglio - le cose si dicono per scherzo, dico tra virgolette. Si dicono sul serio ma sono cose provvisorie, cose che servono per creare un po' di attenzione, ma che poi svaniscono da sole. Bisogna distinguere molto tra quello che dice un politico in campagna elettorale e quello che farà veramente dopo, perché poi arriva il momento della concretezza e delle decisioni". Il Papa ricorda Benedetto, che lo consigliava nelle decisioni e che lo sente comunque vicino: "A volte vado a pregare sulla tomba dei Papi e passo davanti alla sua. Ma non mi rendevo conto di quante volte mi consigliava, non mi rendevo conto che c'era qualcun altro che mi consigliava. Aveva quella saggezza di fare le cose dando libertà". Infine, alla domanda della giornalista, se con gli anni sia diventato più duro, Papa Francesco risponde: "No ma alcuni di loro devono essere colpiti un po'...". Gli schiaffi, soprattutto quelli non materiali, hanno dunque la loro motivazione. "Mai in faccia ma a volte il rimprovero è necessario".
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