Dopo la disfatta in Consiglio regionale, per Luca Zaia arriva la doccia fredda. Ci pensa il leader del partito a smuovere le acque già agitate in casa Lega. "Il Consiglio Regionale Veneto ha votato, hanno vinto i no, dal mio punto di vista avrei votato anch'io in quel senso lì", taglia corto Matteo Salvini. Che così sceglie di non smorzare le tensioni generate ieri dal voto della legge sul fine vita a Palazzo Ferro Fini. Dove i consiglieri leghisti si sono spaccati e la legge promossa dal presidente Zaia è stata bocciata.
"La mia posizione - puntualizza il vicepremier - è assolutamente chiara: la vita va tutelata dalla culla alla fine". Opinione netta, che qualcuno nei corridoi di Montecitorio interpreta come una volontà del leader di sostenere i dissidenti veneti e rafforzare la sua posizione nel partito.
"La Lega non è una caserma, c'è libertà di pensiero", precisa Salvini. Che però aggiunge: "per me è bene che sia finita così".
Parole che ai più suonano come un attacco al governatore, ancora alle prese con le ferite di una battaglia in cui si è speso in prima persona. Molti fanno notare come la frizione tra Zaia e Salvini non sia assolutamente una novità tra le file della Lega. Eppure, è proprio sul tavolo delle Regionali che il ministro dei Trasporti sta provando a giocare una partita decisiva per il governatore leghista: quella del terzo mandato. Circostanza che non sopisce però i malumori. Zaia prova a lasciarsi la bocciatura alle spalle, spiegando di non aver mai fatto una riunione interna "per contare i voti". "Avrei trovato vomitevole il contrario", precisa. "Ringraziamo sinceramente il nostro presidente, che ha dimostrato ancora una volta intelligenza e doti di leadership", provano a ricucire i 13 dissidenti veneti. Ma lo strappo c'è. E straborda dagli argini di Canal Grande.
Molti fanno notare come la frizione tra Zaia e Salvini non sia assolutamente una novità tra le file della Lega. Eppure, è proprio sul tavolo delle Regionali che il ministro dei Trasporti sta provando a giocare una partita decisiva per il governatore leghista: quella del terzo mandato. Circostanza che non sopisce però i malumori.
Zaia prova a lasciarsi la bocciatura alle spalle, spiegando di non aver mai fatto una riunione interna "per contare i voti". "Avrei trovato vomitevole il contrario", precisa. Ma in un'intervista al Corriere della Sera aveva dichiarato: "Tutte le posizioni sono rispettabili e le rispetto fino in fondo. Trovo però ipocrita da parte di qualcuno far finta che non esista nemmeno la sentenza della Consulta che autorizza il fine vita".
"Ringraziamo sinceramente il nostro presidente, che ha dimostrato ancora una volta intelligenza e doti di leadership", provano a ricucire i 13 dissidenti veneti. Ma lo strappo c'è. E straborda dagli argini di Canal Grande.
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