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Il filo di Mattarella che lega insulti a manganelli

Il filo di Mattarella che lega insulti a manganelli

La preoccupazione del presidente che lunedì vola Cipro

ROMA, 25 febbraio 2024, 16:50

di Fabrizio Finzi

ANSACheck

C'è un filo logico, un disegno di prospettiva che guarda sempre al prossimo futuro e mai solo al contingente, nella preoccupazione di Sergio Mattarella. Le due uscite del presidente della Repubblica, la prima per avvertire di abbassare i toni della politica condannando alcuni eccessi nelle manifestazioni che oltraggiano le persone (fino ad arrivare a bruciare un cartonato con l'effige della presidente del Consiglio) e la seconda nettissima sull'uso eccessivo dei manganelli, non sono estemporanee o dettate dalla sola emotività delle immagini. Il capo dello Stato da tempo è preoccupato dell'inasprirsi dei toni, della contrapposizione sempre più accesa tra destra e sinistra e registra il numero crescente di manifestazioni di piazza in Italia e la reazione decisa, a volte troppo decisa, delle forze di polizia.


    Lo scenario internazionale è il detonatore di una miccia che corre pericolosamente. Mentre con l'aggressione della Russia all'Ucraina, ormai due anni fa, le reazioni sono state poche e composte, la crisi israelo-palestinese sta infiammando le piazze, non solo italiane. Il tema è sentito, le immagini che arrivano da Gaza sconvolgono e i cortei crescono anche se evidentemente non sono esenti da gruppi e persone che strumentalmente usano lo sdegno genuino di molti per soffiare sul fuoco, quasi a cercare un ritorno agli eccessi degli anni '70.


    Sergio Mattarella è abituato a contare sempre fino a dieci prima di intervenire e la sua conduzione della presidenza della Repubblica dimostra come ogni mossa sia meditata. Ecco, la situazione rischia di sfuggire di mano velocemente e il presidente ha colto il rischio: da qui il netto sostegno a Giorgia Meloni, contro il becero vilipendio della persona e sempre da qui parte il richiamo al ministro degli Interni Piantedosi a saper distinguere ragazzini in protesta da pericolosi facinorosi. Perchè, questo è indiscutibile per il Quirinale, la libertà di dissenso non può mai essere compressa, meno che mai con le manganellate. Sullo sfondo poi, ragiona il presidente prima di partire per una visita di Stato a Cipro (Paese dell'Unione europea ancora alle prese con mille tensioni con la Turchia), ci sono le elezioni europee che per il presidente non sono mai state così importanti come in questo scenario di "guerra mondiale a pezzi". Il capo dello Stato avrà modo e tempo di capire se il senso complessivo del suo messaggio è stato compreso da tutti; avrà modo e tempo di decifrare le prime reazioni del centrodestra che a caldo non sembrano segnalare una buona comprensione di quale sia la "prospettiva" presidenziale e quanto alta la posta in gioco per il nostro Paese. Non per i partiti. 

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