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Dossieraggio, il Pd ipotizza una guerra a destra, Schlein chiede chiarezza

Dossieraggio, il Pd ipotizza una guerra a destra, Schlein chiede chiarezza

Dem e 5s, Procura antimafia è parte lesa.Iv vuole audire De Raho

ROMA, 05 marzo 2024, 21:21

di Paola Lo Mele

ANSACheck
Rai: 'Cinque minuti ' - Elly Schlein - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rai: 'Cinque minuti ' - Elly Schlein - RIPRODUZIONE RISERVATA

 La "schedatura illegittima di centinaia di persone", con "800 accessi illegittimi" è di "una gravità inaudita".

Elly Schlein non usa mezzi termini per bollare l'inchiesta della procura di Perugia sugli ingressi informatici alle banche dati della Procura nazionale antimafia come uno "scandalo". E, ospite di Bruno Vespa, chiede di fare "estrema chiarezza" per "evitare che fatti del genere possano accadere ancora". Dal suo partito, intanto, Walter Verini, componente della commissione parlamentare antimafia, accende i riflettori sul campo avversario: "Io non escludo niente, neppure regolamenti di conti interni alla destra in questa cosa - afferma in tv -. Ma questo lo dirà il corso delle indagini".
    Il mantra del partito è la richiesta di fare "piena luce". E la difesa della Dna è un filo che accomuna Pd e M5s. "La procura distrettuale di ieri e di oggi, è parte lesa in questa vicenda - rimarca sempre Verini -. E siamo preoccupati" dalle "reazioni di certi esponenti della destra" perché bisogna "tutelare le istituzioni che contrastano le mafie" e la "criminalità organizzata". Un concetto ribadito dalla responsabile Legalità dei democratici, Enza Rando: "La Procura nazionale Antimafia non può finire sotto attacco della politica, non si può venire in Senato e chiedere ispezioni in Procura, significa ribaltare l'ordinamento istituzionale. E' inaccettabile - rincara - ascoltare gli attacchi contro un'istituzione che è nata da un'idea di Giovanni Falcone per combattere la mafia e garantire la sicurezza e la legalità. E' davvero questo il messaggio che si vuole mandare ai cittadini?".
    La posizione del M5s è affidata al senatore Roberto Scarpinato, secondo cui l'inchiesta "ha messo in luce deviazioni che risultano ascrivibili esclusivamente a singoli operatori", "la Procura Nazionale e il suo vertice sono eventualmente vittime del tradimento messo in atto dai due pubblici ufficiali - dice anche lui -. Alterando la realtà, esponenti della maggioranza stanno tentando" un "bieco gioco al massacro". Una strumentalizzazione, incalza, utile a "condurre in porto il disegno di smantellare la credibilità della magistratura, preparando il terreno alle riforme per la sua sottoposizione al controllo della politica".
    Dopo l'ultimo ufficio di presidenza della commissione antimafia, il vicepresidente azzurro Mauro D'Attis aveva chiesto assieme ad altri colleghi che il parlamentare del Movimento, Cafiero De Raho, si astenesse dal partecipare alle sedute che riguardano l'inchiesta "perché all'epoca dei fatti era il Procuratore nazionale antimafia". Ora la senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, annuncia sempre per lui una richiesta di audizione: "So che non ha precedenti - premette -, ma a questo punto mi appare necessario farlo. Sarà la presidente Colosimo a valutare la richiesta".
    Sono "volgari insinuazioni" quelle "mosse contro Federico Cafiero De Raho da vari esponenti della maggioranza e della stampella IV - attacca la pentastellata Vittoria Baldino - é una battaglia ad armi impari che conferma la sistematica operazione di violenta repressione politica del dissenso".
   
   

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