Più che un voto bulgaro si potrebbe parlare di Corea del Nord. Il voto dell'aquilano è stato determinante per la vittoria di Marco Marsilio e specialmente nella enclave marsicana. Marsilio ha vinto con uno scarto di quasi 43 mila voti, realizzando un perentorio 6-1 tra gli eletti (l'unico eletto del centrosinistra è l'aquilano Pietrucci (Pd). Nella circoscrizione aquilana il presidente di centrodestra ha predominato con un vantaggio di 33 mila voti.
Ciò che colpisce nell'analisi del voto di domenica è che nei 108 comuni della provincia Luciano D'Amico ha vinto in soli 10 comuni, e in altri 4 si è quasi concluso con un pareggio.
A parte i centri maggiori L'Aquila e Avezzano, Celano e Sulmona, si tratta però quasi sempre di piccoli comuni con poche centinaia di residenti. I due dei comuni dove il centrosinistra ha prevalso c'era un candidato locale, pratica molto più frequente nel centrodestra.
Le percentuali con le quali però Marsilio ha vinto in questi piccoli comuni ha spostato molto l'esito finale: si va dall'88,14% di Castelvecchio Calviso con i suoi 59 voti complessivi, l'86,9% di Collepietro, l'84,17% di Trasacco o l'81,8% di Ovindoli. Moltiplicato per decine però si sommano in migliaia: ad Avezzano un robusto 62,49%, a Roccaraso il 77,46% o il 66,74% di Scanno.
D'Amico ha invece prevalso laddove c'era un candidato locale, ed è questa secondo gli osservatori la chiave di volta: la forza delle liste. Molto più strutturate nel centrodestra.
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