La riunione della segreteria Pd ha fatto fare un passo in avanti alla candidatura di Elly Schlein alle Europee. Il tema del voto per Bruxelles ha dominato l'incontro. D'altronde la sfida è alle porte - urne l'8 e il 9 giugno - e i termini per la presentazione delle liste si fanno sempre più stretti.
E infatti Schlein ha ufficializzato qualche nome. Il primo è quello di Antonio Decaro, "uno dei più bravi sindaci d'Italia", ha detto la segretaria a DiMartedì. Una difesa nitida, quella di Schlein, dopo le polemiche di questi giorni su Bari, per la commissione che dovrà valutare lo scioglimento del Comune (dopo un'inchiesta per mafia che non ha coinvolto il primo cittadino) e le affermazioni del governatore pugliese Michele Emiliano su un loro incontro con la sorella di un boss, che Decaro ha smentito.
Capolista del Pd al Sud sarà Lucia Annunziata, "non solo perché è una figura di grande valore come giornalista - ha spiegato Schlein - ma soprattutto per la sua grande conoscenza di politica estera e internazionale". Fra gli altri, circola anche il nome di Cecilia Strada. La definizione dello schema di gioco - chi dovrà correre, in quale circoscrizione e in quale casella - è tema caldo, in un incrocio di equilibri, ambizioni, rapporti di forza. "Il Pd ha gestito la questione delle alleanze alle amministrative e alle regionali con una linea unitaria - hanno fatto sapere dal partito - Con lo stesso spirito verrà affrontato il tema delle europee". Perché "l'avversario è la destra", è stato ribadito. Alle europee non ci sono alleanze: ognuno corre per sé. Così, quando il Pd parla di unità parla di Pd.
"Con varie sfumature - è stata la sintesi della segreteria fornita dal Pd - tutti hanno chiesto a Schlein di candidarsi", anche se "le formule proposte sono diverse". Lei ha ammesso: "Ci sto riflettendo, ma prima voglio vedere la squadra". Nel Pd, quel "varie sfumature" e "tutti hanno chiesto" sono stati raccontati in vari modi. Con un minimo comun denominatore: il tema della corsa di Schlein non poteva che essere sul tavolo e nessuno lo ha messo in discussione. Lo schema generale dovrebbe partire dalla previsione di capolista civici nelle cinque circoscrizioni.
Ma "il confronto è ancora aperto - hanno fatto sapere fonti di minoranza Pd - Sono state espresse delle preoccupazioni in merito alle candidature civiche come capolista che penalizzerebbero la classe dirigente del partito. Riguardo la candidatura di Elly Schlein, sono state espresse perplessità in merito alla posizione che occuperebbe in lista, che rischierebbe di penalizzare le candidature femminili". Fuori dal Pd, in tema europee altre forze hanno fatto passi avanti. Italia Viva e Più Europa sono sempre più vicine a un'intesa per una lista di scopo anche con Radicali, Psi, Volt e Libdem, mentre Azione per ora ha detto "No". Un incontro era atteso a breve: era stato annunciato come vertice risolutivo fra i leader.
Col passare delle ore è stato un po' ridimensionato: ci sarà ma probabilmente sarà interlocutorio e fra seconde linee. Ma la direzione pare tracciata. Mentre in casa M5s si glissa sulla corsa di Virginia Raggi, che per candidarsi dovrebbe ottenere una deroga ad hoc. "Nel caso avessimo voluto introdurre una deroga - è stato spiegato da Campo Marzio - lo avremmo fatto in maniera trasparente, non nascondendola in un cavillo burocratico, ma passando dal trasparente giudizio della nostra comunità".
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