"L'ambizione della conoscenza, ma anche gli interrogativi sull'uso del potere che da quella conoscenza può derivare, l'angoscia di quella responsabilità porta con sé: sono problemi che lo scienziato non può e non deve affrontare da solo, ma con chi ha la responsabilità delle scelte, la politica": ne è convinta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che a Roma ha parlato della necessità di un dialogo fra scienza e politica all'insegna dell'etica nell'evento 'La Scienza al centro dello Stato' organizzato dalla Italian Scientists Association.
La premier ha parlato anche delle grandi prospettive della ricerca italiana, in particolare della "possibilità di produrre in un futuro non così lontano energia pulita e illimitata dal nucleare da fusione" e dell'Einstein Telescope, il rivoluzionario rivelatore di onde gravitazionali che l'Italia si è candidata a ospitare in Sardegna. Sono questi i simboli di quello che Meloni ha definito "un nuovo slancio", "possibile solo se scienza e politica tornano a quell'equilibrio che è stato alla base della nostra civiltà".
L'incontro, al quale hanno partecipato i ministri dell'Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, e della Salute, Orazio Schillaci, con il divulgatore Alberto Angela, è stata l'occasione per presentare il Manifesto della scienza' redatto dall'Isa, consegnato oggi alla stessa premier e ai due ministri.
Dall'innovazione ai valori, passando per l'economia circolare, la salute e lo sviluppo condiviso, in sei punti il 'Manifesto della scienza' tocca elementi di primo piano della ricerca, come l'energia sostenibile, la priorità dell'alfabetizzazione digitale e delle attività spaziali, la sfida dell'intelligenza artificiale. Gli obiettivi sono "sostenere la centralità della scienza e del metodo scientifico", ha detto il presidente dell'Isa Antonio Felice Uricchio, e nello stesso tempo avviare un dibattito che porti alla "creazione di tavoli tematici" e "l'istituzione di un Ufficio Scientifico e tecnologico che fornisca supporto alla Presidenza del Consiglio in alcuni ambiti strategici".
Per la premier il 'Manifesto della scienza' "è un documento estremamente prezioso, contiene moltissimi spunti fondamentali per il lavoro che la politica deve fare" e di questo documento "il governo intende fare tesoro". Per la presidente del Consiglio divulgare la scienza è importante e lo è anche il dialogo fra scienza e politica: "Se da una parte la politica, priva del supporto e della competenza degli scienziati, rischia di cadere in demagogia, dall'altro l'apparato tecnico-scientifico, privo di un ordine politico e di principi etici, rischia di scadere nella tecnocrazia. Per evitare questi rischi, scienza e politica devono essere alleate per perseguire il bene comune". Uno dei temi più delicati di questo confronto è l'intelligenza artificiale: "senza rendercene conto stiamo barattando la nostra libertà con la comodità: potrebbe essere troppo tardi quando ce ne rendiamo conto. Senza adeguati processi politici, per giudicare quei rischi, rischiamo di arrivare troppo tardi". Per il ministro Bernini il 'Manifesto per la scienza' è "uno strumento utilissimo per alimentare il dialogo tra politica e ricercatori. "Un'interlocuzione quanto mai necessaria - prosegue Bernini - di fronte alle grandi sfide che stiamo affrontando". Anche per Schillaci "il confronto e l'apertura con il mondo scientifico è insostituibile e la scienza può aiutare a superare tante difficoltà e disuguaglianze e può aiutare a migliorare l'assistenza sanitaria".
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