"Quando Giorgia Meloni parla di
lavoro non vede la realtà. A partire dal fatto che gli stipendi
sono fermi e i consumi delle famiglie stagnano; che molti
giovani conoscono solo occupazioni precarie e mal pagate e
quindi scappano all'estero; o che in molti lavori, a cui sono
confinate soprattutto le donne, si guadagnano pochi euro
all'ora, c'è molto part time involontario, ci sono tempi e turni
irragionevoli. È una realtà che il governo si ostina a non
vedere e a negare. Sono queste le priorità da aggredire". Lo
scrive in una nota il presidente del Pd Stefano Bonaccini.
"Evitiamo quindi - aggiunge - di schiacciare il dibattito su una
iniziativa referendaria - legittima, ci mancherebbe - da parte
della Cgil: come ha chiarito la segretaria Elly Schlein, il
partito non si schiera su autonome iniziative di altri - su cui
ciascuno è libero di firmare o meno sugli specifici punti - ma
si unisce sulle nostre battaglie da portare in Parlamento e
davanti ai cittadini. A partire da quella in corso con la nostra
proposta di legge di iniziativa popolare, che prevede
l'istituzione di un salario minimo legale. Questa sì sarebbe una
novità per l'Italia". "Ma la questione su cui sfidiamo il
governo - aggiunge - riguarda più in generale la tutela di tutti
i redditi da lavoro e la possibilità di avere buste paga più
pesanti. Per questo proponiamo anche di estendere la
contrattazione collettiva e mettere al bando i contratti pirata;
e chiediamo di detassare il lavoro anziché fare condoni fiscali.
Quanto al problema del precariato, ci sono senz'altro molti modi
per combatterlo e riportarlo a una situazione fisiologica oggi
lontana. Discutiamone senza tabù, ma la strada maestra resta per
me quella di rendere più vantaggioso il lavoro stabile,
facendolo costare assai meno di quello precario.
Infine, c'è una priorità assoluta richiamata autorevolmente dal
Presidente della Repubblica, e si chiama sicurezza sui loghi di
lavoro. Qualsiasi iniziativa in tal senso va assunta per
debellare questa piaga inaccettabile".
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