Per il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, simbolo della lotta ai clan, è il "Pippo Baudo dell'area Nord con relativa frangetta". Un attacco che nasce dalla presenza del sacerdote nel parterre dei partecipanti all'iniziativa sul premierato di mercoledì a Roma. Parole che la premier Giorgia Meloni interpreta come un "segnale spaventoso" visto che "deridono un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo".
Controreplicando, il presidente della Regione chiede alla Meloni ("che evidentemente - accusa - non ha nulla di serio di cui parlare") di preoccuparsi piuttosto dei Fondi di coesione e non "delle fanfaluche". Don Patriciello, aggiunge lui, "non ha il monopolio della lotta alla camorra". In mezzo, il sacerdote si dice "addolorato" e di non meritare "le offese gratuite del presidente della mia regione". Quella inferta da De Luca insomma è "una pugnalata al cuore". Riavvolgiamo il nastro. La diretta Facebook settimanale del governatore campano riserva quasi sempre molte sorprese, foriera di polemiche e scontri. Durante il periodo del Covid l'attenzione era massima perché l'ex sindaco sceriffo di Salerno usava questa tribuna per annunciare misure drastiche e lanciare invettive contro chi non rispettava le disposizioni particolarmente restrittive per impedire il diffondersi del contagio. Sulla sua pagina social De Luca ha poi continuato a spiegare le attività della Regione e dispensare attacchi, soprattutto al ministro Fitto per la questione dei Fondi di coesione. Nell'ultima puntata, non ha citato direttamente don Patriciello ma si è evidentemente riferito a lui quando ha parlato del parterre di partecipanti alla iniziativa della Meloni sul premierato dicendo di aver visto tra i presenti "anche un prete che chiameremo il Pippo Baudo dell'area nord di Napoli con relativa frangetta''.
Dopo alcune ore iniziano ad arrivare le prime reazioni di parlamentari - del centrodestra - che oggi diventano un vero e proprio fuoco di fila dopo che sula vicenda ha preso posizione la presidente del Consiglio. "Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell'allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità - spiega la Meloni nel suo post su Facebook -. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c'è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici. #IosonoPadreMaurizio". In campo scendono ministri come Valditara, Sangiuliano, Lollobrigida, Salvini, la presidente dell'Antimafia, Colosimo e numerosi parlamentari. De Luca non molla la presa e nella sua nuova esternazione dice di aspettarsi che la premier "oltre che delle fanfaluche, si preoccupi di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali".
Con ironia spiegando di apprendere "con animo turbato e contrito che l'on. Meloni ha trovato 'spaventosa' una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l'ha caratterizzata. Sono grato e commosso per l'attenzione. Ma sono spaventato del suo spavento". Il protagonista, suo malgrado, della vicenda, Don Patriciello è pronto ad abbracciare De Luca, "sono un prete, ma tirare in ballo me in questo momento, sono sotto scorta perché i camorristi mi hanno messo una bomba, significa mettere a repentaglio la mia vita perché dice ai camorristi 'avete fatto bene' e questo mi preoccupa, sono parole del tutto fuori luogo".
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