"Nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà. [...] Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva che, se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c'era una forza a disposizione del governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso". Con queste parole il 30 maggio del 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti denunciava alla Camera dei deputati le violenze e le illegalità commesse dai fascisti per vincere le elezioni politiche, tenutesi il 6 aprile di quell'anno.
Matteotti, protestando vivamente contro quanti in aula cercavano di impedirgli di parlare, chiese poi il disconoscimento del risultato elettorale.
Al termine del suo discorso, rivolgendosi ai suoi compagni di partito, disse: "Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me".
Il rapimento e l'uccisione
Poco dopo il suo discorso alla Camera, il 10 giugno 1924, Matteotti fu rapito e assassinato da una squadra fascista al comando di Amerigo Dumini.
Il corpo fu ritrovato due mesi dopo l'omicidio, il 16 agosto a Riano. I funerali si svolsero tre giorni più tardi, il 19 agosto, a Fratta Polesine, sua città natale.
Il 3 gennaio del 1925, in un discorso alla Camera dei deputati, Benito Mussolini dichiarò pubblicamente la "responsabilità politica, morale e storica" del clima che aveva portato all'assassinio di Matteotti. Molti storici reputano questo momento l'inizio del ventennio fascista.
A quel discorso fece seguito, nel giro di due anni, l'approvazione delle cosiddette leggi fascistissime e la decadenza dei deputati che avevano partecipato alla secessione dell'Aventino per protestare contro il delitto Matteotti.
Chi era Giacomo Matteotti
Giacomo Matteotti, giornalista, segretario e deputato del partito socialista unitario, nacque a Fratta Polesine. Dopo la laurea in Giurisprudenza, conseguita nel 1907 presso l'Università di Bologna, iniziò a militare nei movimenti socialisti, dei quali divenne presto una figura di primo piano.
Nel 1919 fu eletto, per la prima volta, in Parlamento, venendo poi rieletto nel 1921 e nel 1924.
La targa sul suo scranno
Sullo scranno della Camera dei deputati da cui Giacomo Matteotti pronunciò il suo ultimo discorso verrà oggi apposta una targa e nessun parlamentare vi siederà più. Ad annunciarlo è stato - nel corso della cerimonia commemorativa tenutasi questa mattina all'emiciclo - il presidente della Camera Lorenzo Fontana, che ha poi definito Matteotti "uno dei padri della democrazia".
La richiesta di apporre una targa sullo scranno di Matteotti era stata avanzata più volte in passato dalle opposizioni e la presidenza della Camera si era mostrata subito disponibile a valutare la proposta.
'Matteotti fu ucciso da squadrismo fascista": le parole di Meloni
"Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee. Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no". Queste, invece, le parole con cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha celebrato la figura di Matteotti.
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