Giorgio Vecchiato, veneziano,
scomparso nella notte a Roma, è stato un giornalista e
commentatore politico. Cresciuto come cronista a Il Popolo di
Milano, poi di Roma, è stato capo della redazione romana de Il
Giornale del Mattino, direttore de La Gazzetta del Popolo di
Torino, notista romano e vice-direttore de Il Giorno, infine
critico televisivo. È stato inviato speciale e corrispondente
dalla Germania e dalla Francia, ha vinto nel 1963 il Premio
Marzotto per i commenti di politica estera.
Autore, tra l'altro, del volume Con romana volontà. Quando
eravamo una maschia gioventù (Marsilio, 2005). "Convinto com'è
di non possedere messaggi né per i contemporanei né per i
posteri, ha fin qui evitato di scrivere libri. L'ha sempre
infastidito, tuttavia, il modo deformato, caricaturale,
futilmente gladiatorio, con cui parlano del ventennio fascista i
suoi colleghi più giovani, quei coetanei superstiti che non
vogliono rogne e perfino la maggioranza degli attuali studiosi
di storia, nutriti assai più di documenti che di testimonianze.
Considera questo suo esercizio un divertissement della memoria",
scriveva la Marsilio proprio nella presentazione del suo volume.
Nel 2016 ha pubblicato, con Ets, C'era una volta il giornalismo
Memorie di settant'anni.
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