Martedì prossimo entrerà nel vivo l'esame del decreto carceri in Commissione Giustizia del Senato e qualcosa nel testo potrebbe cambiare. Forza Italia, che ha già presentato al provvedimento 9 emendamenti e un ordine del giorno, fa sapere, attraverso il suo capogruppo Maurizio Gasparri, di essere pronta a discutere della norma che dice no alla permanenza in carcere di bambini al di sotto dei 3 anni.
Una proposta di modifica che è stata ora ripresentata al decreto dai senatori Pd, ma che ha alle spalle una lunga storia. Nella scorsa legislatura, infatti, l'allora parlamentare Dem, Paolo Siani, pediatra e fratello del giornalista ucciso dalla camorra, aveva messo a punto un testo che prevedeva la possibilità per le madri detenute con figli piccoli di scontare la propria pena in case famiglia. Il provvedimento riuscì ad essere approvato solo in un ramo del Parlamento.
Poi cadde la legislatura. Con la nuova, il Pd lo ha ripresentato, a prima firma Debora Serracchiani, responsabile giustizia Dem, ma poi è stato costretto a ritirarlo per via degli emendamenti "decisamente peggiorativi" che erano stati presentati dal centrodestra. Come quello che in caso di recidiva alle madri toglieva automaticamente la potestà genitoriale. Ora, i senatori democratici ci riprovano e tra le 79 proposte di modifica depositate ci sono anche quelle per evitare che i piccoli finiscano dietro le sbarre. E la misura, che potrebbe trovare l'apertura non solo di FI ma anche della Lega - sono note infatti le posizioni della presidente della Commissione e responsabile giustizia del partito Giulia Bongiorno contro la permanenza dei bambini in cella - torna in queste ore d'attualità per via del caso del piccolo Giacomo (nome fittizio).
Un bambino di circa 2 anni, di cui ha parlato 'La Repubblica' che, vivendo a Rebibbia con la madre è capace di dire solo: 'Apri e chiudi'. I parlamentari Dem Walter Verini e Cecilia Guerra sono andati a vedere e parlano di una situazione carceraria "fuori controllo". Ma qualcosa potrebbe cambiare anche su un altro fronte: quello dei detenuti tossicodipendenti.
Gasparri su questo ha presentato un ordine del giorno che potrebbe incontrare più di un gradimento visto che riuscirebbe in qualche modo ridurre il sovraffollamento che sta mandando in tilt il sistema carcerario: secondo i dati di Antigone, ci sarebbero 61.480 detenuti a fronte di 51.234 posti.
Per non parlare dei 54 suicidi dall'inizio dell'anno. Se i condannati per reati legati al consumo di droghe venissero ospitati "in comunità terapeutiche anziché in carcere - spiega il senatore di FI - non solo si ridurrebbe l'affollamento, ma si risparmierebbe visto che un giorno in carcere costa tra i 120-150 euro, mentre quello in Comunità tra i 60-80".
Il fatto, si ribadisce in ambienti della maggioranza, è che da parte del Governo, in particolare del ministro della Giustizia Carlo Nordio, non sarebbe stata ancora sciolta la riserva sui 9 emendamenti di FI. A cominciare da quello che prevede la semilibertà se la pena da scontare non supera i 4 anni.
Sulle modifiche da apportare al dl, infatti, sarebbe in corso "una trattativa serrata, una mediazione" che ancora "non ha dato alcun esito". Ma "l'importante - commenta Verini - è che si trovi un accordo sui figli delle detenute. Non esiste in nessun altro Paese d'Europa che bimbi entro i 3 anni siano costretti a stare in carcere o lontani dalle madri". La soluzione, aggiunge, "c'è ed è quella di far scontare loro la pena in case famiglia o in istituti a custodia attenuata". Una soluzione sulla quale parte della maggioranza potrebbe ora convergere.
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