"Non possiamo accettare come dogmi
sentenze che non stanno rispettando le garanzie di un giusto
processo. È ora di farla finita con questa ipocrisia", "era
chiaro dall'inizio del processo a Bellini, criminale conclamato
e collaboratore dei servizi e del procuratore Sisti, e che mai
ha avuto a che vedere con noi, che l'obiettivo di parte della
magistratura fosse quello di accreditare il teorema per cui nel
Dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e perfino
il Msi avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi,
condizionato la storia repubblicana". Lo afferma in
un'intervista alla Stampa Federico Mollicone, deputato di FdI e
presidente della Commissione cultura alla Camera, sulle sentenze
sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna.
"Noi - sottolinea - siamo quella destra che, non oggi, ma
negli anni Settanta, ruppe con chi scelse il terrorismo. La
storia di Bellini non c'entra con la nostra, e nemmeno mi
interessa il suo curriculum giudiziario. Ma non posso non vedere
l'operazione che i giudici hanno portato avanti e che lo ha reso
la vittima di un teorema". Mollicone dice di avere prove per
dimostrare ciò che dice. L'obiettivo, sottolinea, è "trovare la
verità storica per tutti gli italiani. Chiederemo a Nordio, con
un'interrogazione parlamentare, di verificare ciò che sto
denunciando".
Secca la replica di Paolo Bolognesi, presidente
dell'associazione dei familiari delle vittime della strage alla
stazione di Bologna: le affermazioni di Mollicone sono
"assurdità". "Non so se Mollicone parla per tutto il partito -
aggiunge all'ANSA - ma se sono queste le loro teorie siamo alla
negazione della verità. Allora si capisce perché la Meloni si
scaldi così e non mantenga un assetto normale" sul 2 agosto,
rincara Bolognesi dopo la reazione della premier al suo
intervento per la commemorazione dei 44 anni dalla strage.
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