E' un vero e proprio
grido d'allarme, espressione di malumori diffusi e di
preoccupazioni, quello lanciato dai dipendenti vaticani
attraverso un documento pubblicato dalla loro organizzazione
Adlv (Associazione dipendenti laici vaticani), passando
dettagliatamente in rassegna una serie di criticità e di
asserite penalizzazioni che, oltre a non aver portato i
risultati economici sperati, mettono persino in discussione il
senso di lavorare per strutture e uffici della Santa Sede.
Il 'cahier des doleances' inizia con i tagli al costo del
personale, come la sospensione del biennio di anzianità -
"provvedimento non indolore, costato migliaia di euro al
dipendente" - che non è riuscito "a dare una svolta radicale
alla situazione finanziaria della Santa Sede". Si pone l'accento
sulle "misure restrittive" come "blocco dei livelli funzionali,
delle assunzioni, degli straordinari, ecc.". Ci si chiede cosa
aspettarsi "dall'annunciata riforma delle retribuzioni" e se "si
interverrà anche sulle pensioni". Intanto però "vediamo che
continuano, per pochi, ad essere date promozioni e incarichi
alle direzioni: azioni che vanno ad incidere sui bilanci e che
non sempre avvengono con criteri di meritocrazia".
Uno dei punti dolenti sono anche le esternalizzazioni e
privatizzazioni, segno di "un radicale cambiamento di rotta":
"da ristretta comunità ispirata ai valori del Vangelo ad azienda
a tutti gli effetti". Gli esempi non sono pochi. Il patrimonio
immobiliare "è stato dato in gestione ad alcune agenzie
immobiliari italiane, che hanno stabilito un accordo quadro con
l'Apsa". Per quanto riguarda il patrimonio mobiliare, "gli
investimenti in titoli e obbligazioni di tutti gli
Enti/Dicasteri, sono stati improvvisamente smobilizzati e dati
in gestione a società per lo più americane". E anche per
l'Annona, il supermercato vaticano, "presto la sua gestione
verrà affidata a un noto marchio italiano".
"Abbiamo la percezione che il corpo si stia piano piano
'destrutturando - denuncia l'associazione - Perché non
rafforzare le risorse interne, che sono sempre più demotivate e
confuse?". Il risultato, è che gli addetti sono "sempre più
preoccupati". E "il malcontento cresce impietosamente".
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