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Xi: "Con l'amico Mattarella ripartono i rapporti Italia-Cina"

Xi: "Con l'amico Mattarella ripartono i rapporti Italia-Cina"

'Risolvere le divergenze con il dialogo'. Il Presidente a Pechino, visita l'Istituto di cultura italiano a Pechino. Firmati 10 accordi e memorandum

PECHINO, 08 novembre 2024, 18:48

dell'inviato Fabrizio Finzi

ANSACheck
Mattarella e Xi © ANSA/EPA

Mattarella e Xi © ANSA/EPA

"Un nuovo punto di partenza storico". Parola di Xi Jinping che oggi, ricevendo il presidente Sergio Mattarella, ha riaperto le relazioni italo-cinesi dopo le incomprensioni nate dalla disdetta italiana dell'accordo per la 'Via della seta'.

Il presidente cinese è stato particolarmente caloroso nei confronti di Mattarella che sta effettuando la sua seconda visita in Cina. Xi Jinping ha definito il Capo dello Stato italiano "un vecchio amico del popolo cinese ed un mio buon amico", rivelando che in questi anni tra di loro ci sono state tante telefonate e diverse lettere che hanno mantenuto "una stretta cooperazione" bilaterale anche nei momenti difficili. Effettivamente la visita di Stato di Mattarella è stata apprezzata da parte cinese e i due leader hanno potuto parlare in un clima di "cordialità" dei dossier più spinosi.

A partire da quello sui dazi che tanto divide l'Europa dal Dragone fino ad un ragionamento non ideologico sulla necessità di costruire un nuovo ordine mondiale che colga meglio i rapidissimi cambiamenti internazionali. Un tema caro alla Cina che Mattarella ha ascoltato con attenzione, senza pregiudizi ideologici. "Cina e Italia sono grandi civiltà" e "nel mondo ci sono cambiamenti non visti in un secolo", ha infatti detto il leader cinese dopo un colloquio di 50 minuti con Mattarella nella Grande sala del popolo di Pechino.

"Nel mondo sono in atto grandi cambiamenti, intensi, profondi e veloci" e, per affrontarli, servirebbe un clima di "concordia per un esame comune", gli ha fatto eco Mattarella mostrando una forte sintonia di percezione. La sensazione è che, veramente, Italia e Cina possano ora viaggiare insieme ad una velocità diversa, come dimostra la firma di ben 10 accordi e memorandum che spaziano dalla cooperazione cinematografica a quella in materia di concorrenza. Sul piano culturale poi - l'Italia spinge molto su questo settore - Roma e Pechino si riconoscono sulla base di una comune storia millenaria. Basti pensare che nella capitale c'è, al complesso scultoreo China Millennium Monument, un enorme bassorilievo con i 100 personaggi che hanno fatto la storia della Cina: tra questi solo due occidentali. Sono entrambi italiani: Marco Polo e Matteo Ricci. Si tratta di una storia antica, fatta di "curiosità e stima, di volontà di apprendere dall'altro per crescere e migliorare nel comune interesse", ha sintetizzato Mattarella.

Quella del presidente, che segue la missione della premier dello scorso luglio, è stata una visita di piena riconciliazione nella quale le grandi differenze di opinione sono state lasciate da parte, nella consapevolezza che la Cina è sempre più un attore globale ed un gigante economico dove, ad esempio, le auto elettriche hanno quasi raggiunto quelle termiche ed i motorini sono ormai tutti elettrici. Un Paese che corre e che innova a ritmi a noi sconosciuti e che sarebbe sbagliato continuare a considerare come la patria delle copie. Quindi, non si poteva non parlare del problema dei dazi europei e dei paralleli ritardi dell'Unione nell'elettrificazione. Per questo, la necessità di arrivare a un mercato mondiale più libero, senza barriere, è stato al centro del dialogo tra i due presidenti. Senza chiusure di principio e lontani dagli slogan, Xi e Mattarella hanno saputo trovare le strade di un dialogo costruttivo che possa tenere conto delle esigenze cinesi e di quelle europee.

"Vogliamo rafforzare il Partenariato strategico globale e promuovere le relazioni bilaterali per entrare in una nuova fase di sviluppo", ha confermato il leader cinese. Senza "tentazioni di anacronistici ritorni a un mondo di blocchi contrapposti", ha chiosato il presidente italiano. E le "differenze" di pensiero che pur sono tante non devono essere "ostative al confronto".

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