"Quelli che distruggono la gente, che fanno le guerre, come avranno la faccia quando si presenteranno davanti al Signore? 'Perché hai fatto quella guerra? Perché hai ucciso?' E lo corsa risponderanno? Pensiamo a questo". Lo ha detto papa Francesco in un passo 'a braccio' durante l'omelia della messa in San Pietro in occasione della celebrazione a livello diocesano della Giornata Mondiale della Gioventù.
"Anche a noi - ha proseguito -: noi non facciamo la guerra, non uccidiamo, ma 'ho fatto, questo, questo, questo', e quando il Signore ci dirà 'perché hai fatto questo? Perché sei stato ingiusto in questo? Perché hai speso questi soldi nella tua vanità?' Anche a noi il Signore domanderà queste cose".
"Se ci guardiamo attorno, in noi possono sorgere interrogativi inquietanti. Cosa dire delle guerre, delle violenze, dei disastri ecologici? E che pensare dei problemi che anche voi, cari giovani, dovete affrontare, guardando al domani: la precarietà del lavoro, l'incertezza economica e non solo, le divisioni e le disparità che polarizzano la società? Perché succede tutto questo? E cosa possiamo fare per non esserne schiacciati?". Sono gli interrogativi rivolti ai giovani da papa Francesco durante la messa in San Pietro.
"Si tratta di domande difficili, ma importanti - ha detto il Pontefice che, "mentre in tutte le Chiese celebriamo la Giornata Mondiale della Gioventù", ha proposto ai giovani di riflettere su tre aspetti, "che possono aiutarci a procedere con coraggio nel nostro cammino, attraverso le sfide che incontriamo": "le accuse, i consensi e la verità".
"Cari giovani, forse a volte può capitare anche a voi di essere messi 'sotto accusa' per il fatto di seguire Gesù - ha avvertito Francesco -. A scuola, tra amici, negli ambienti che frequentate, ci può essere chi vuole farvi sentire sbagliati perché siete fedeli al Vangelo e ai suoi valori, perché non vi omologate, non vi piegate a fare come tutti gli altri".
"Voi, però, non abbiate paura delle 'condanne', non preoccupatevi: prima o poi le critiche e le accuse false cadono e i valori superficiali che le sostengono si rivelano per quello che sono, illusioni. Cari giovani, state attenti a non lasciarvi ubriacare dalle illusioni: siate concreti, la realtà è concreta". Ciò che resta, "come Cristo ci insegna, è altro: sono le opere dell'amore. Questo è ciò che rimane e che rende bella la vita! Il resto non conta. Perciò, vi ripeto: non abbiate paura delle 'condanne' del mondo. Continuate ad amare!".
Per quanto riguarda poi l'aspetto del "consenso", il Papa ha inviato a non lasciarsi contagiare "dalla smania - oggi tanto diffusa - di essere visti, approvati e lodati". "Chi si lascia prendere da queste fissazioni, finisce col vivere nell'affanno - ha osservato -. Si riduce a 'sgomitare', competere, fingere, scendere a compromessi, svendere i propri ideali pur di avere un po' di approvazione e di visibilità". "Ma Dio vi ama così come siete: davanti a Lui i vostri sogni puri valgono più del successo e della fama, e la sincerità delle vostre intenzioni vale più dei consensi - ha proseguito il Pontefice: "Non lasciatevi ingannare da chi, allettandovi con promesse futili, in realtà vuole solo strumentalizzarvi, condizionarvi e usarvi per i propri interessi. Non accontentatevi di essere 'stelle per un giorno', sui social o in qualsiasi altro contesto!". Insomma, "non sono i consensi a salvare il mondo, né a rendere felici, ma la gratuità dell'amore".
Infine, a proposito della "verità", Francesco ha indicato il rischio di rimanere "prigionieri di una grande menzogna: quella dell''io' che basta a sé stesso, radice di ogni ingiustizia e infelicità". E anche, come scriveva il beato Pier Giorgio Frassati, prossimo santo, di non vivere più, ma "vivacchiare". "Noi vogliamo vivere, non vivacchiare, e perciò ci sforziamo di testimoniare la verità nella carità, amandoci come Gesù ci ha amato", ha affermato il Papa, secondo cui "non è vero che la storia la fanno i violenti, i prepotenti, gli orgogliosi. Molti mali che ci affliggono sono opera dell'uomo, inganno dal Maligno, ma tutto è sottoposto, alla fine, al giudizio di Cristo, Re giusto e misericordioso". "Il Signore ci lascia liberi, ma non ci lascia soli - ha concluso -: pur correggendoci quando cadiamo, non smette mai di amarci e, se lo vogliamo, di risollevarci, perché possiamo riprendere con gioia il cammino".
'I simboli della Gmg sono un invito a portare Vangelo ovunque nel mondo'
"Al termine di questa Eucaristia, i giovani portoghesi affideranno i simboli della Giornata Mondiale della Gioventù ai giovani coreani: la Croce e l'Icona di Maria Salus Populi Romani. Anche questo è un segno: un invito, per tutti noi, a vivere e portare il Vangelo in ogni parte della terra, senza fermarci e senza scoraggiarci, rialzandoci dopo ogni caduta e non smettendo mai di sperare".
Lo ha detto papa Francesco a chiusura dell'omelia della messa in San Pietro in occasione della celebrazione a livello diocesano della Giornata Mondiale della Gioventù. "Così, anche nelle difficoltà, troveremo la forza di andare avanti, senza temere le accuse, senza bisogno dei consensi, con la propria dignità, senza fare dei compromessi, contenti di essere per tutti, nell'amore, testimoni di verità", ha concluso il Pontefice.
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