La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha concluso l'esame degli emendamenti presentati al disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati e dato il mandato al relatore a riferire in aula. Il provvedimento, che contiene anche le norme per l'istituzione della Corte disciplinare per le toghe e per il doppio Csm, è atteso nell'Aula di Montecitorio il 9 dicembre per la discussione generale. Le votazioni dovrebbero cominciare da gennaio.
Fi, storico via libera a separazione carriere
"Lo storico via libera della commissione Affari costituzionali alla separazione delle carriere dimostra che è possibile riformare il sistema giudiziario per renderlo più efficiente e veramente "terzo". Si può farlo senza scontri né intenti punitivi nei confronti di nessuno, col massimo rispetto per il prezioso lavoro che svolge ogni giorno la magistratura. Forza Italia la ritiene importante e necessaria sin dalla sua fondazione, più di trenta anni fa, e la coalizione di centrodestra aveva inserito questa riforma tra i punti cardine del programma elettorale: l'odierna approvazione del testo, che arriva dopo più di un anno di lavoro, di audizioni e confronti, è la dimostrazione che a fine legislatura potremo riconsegnare agli elettori un'Italia profondamente riformata". Così Tommaso Calderone e Paolo Emilio Russo, deputati di Forza Italia, dopo l'approvazione della separazione delle carriere da parte della commissione Affari costituzionali, in una nota.
M5s, governo vuole magistrati sotto tallone politica
"Era tutto già scritto ed è un piano devastante ben congegnato. La separazione delle carriere dei magistrati, il testo approvato oggi in commissione Affari Costituzionali alla Camera, risponde al disegno di vecchia data del centrodestra di indebolire la magistratura e togliere autonomia e indipendenza ai pubblici ministeri. Nordio non faceva mistero di questo obiettivo già prima di diventare ministro. Ieri lo ha ribadito al Foglio, noi lo abbiamo fatto notare e nessuno ci ha smentiti. Il suo ideale è il sistema inglese nel quale la polizia non è diretta dai pubblici ministeri. Il governo Meloni getta così la maschera e srotola il suo piano completo per mettere la giustizia sotto il tallone della politica. Governo e maggioranza porteranno i Pm lontano dalla cultura della giurisdizione e toglieranno loro il coordinamento delle indagini e la direzione della Polizia giudiziaria, che quindi risponderà alle direttive dei ministeri di riferimento: Interno, Difesa e Economia e Finanze. Come già successo più volte in Italia, verranno trasferiti o retrocessi da un giorno all'altro i dirigenti di polizia sgraditi agli occhi del potere di turno. Il piano del governo è questo, non lo nega nemmeno più e il progetto cammina sulle gambe della contro-riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati". Lo affermano i rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D'Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato.
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