Non si placa la disputa politica dopo il via libera alla manovra, arrivato tra polemiche e malumori. Con le opposizioni che tengono alti i toni su almeno due fronti: la sanità e la riforma della legge di contabilità. Dopo aver insistito sia in Parlamento che nelle piazze sulla difesa del Servizio sanitario nazionale, il centrosinistra torna all'attacco sventolando i dati rilanciati dal Cnel.
Secondo cu il 7,6% della popolazione italiana rinuncia alle cure sanitarie per problemi economici, per le lunghe liste di attesa o per la difficoltà a raggiungere i servizi. Il Cnel parla di una "tendenza al peggioramento". E i partiti di opposizione affondano. "Sono numeri mostruosi che smentiscono la propaganda del governo Meloni, gli stanziamenti sulla sanità in manovra sono assolutamente insufficienti", punge il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.
E non è il solo. A commentare la relazione del Cnel è anche il dem Michele de Pascale. Per il governatore dell'Emilia Romagna, "questi dati devono far capire all'esecutivo che la rotta che sta tracciando sulle politiche sanitarie è sbagliata e va invertita al più presto". Appello al governo che si somma alle aspre critiche mosse sul tema da tutte le forze di opposizione già in sede di discussione della legge di Bilancio.
"Occupazione, giovani, sanità e ambiente", torna a ribadire Riccardo Magi di +Europa, sono state le "note a margine" della manovra. Duro anche il commento della vicepresidente del M5s Chiara Appendino. Secondo cui, anche quest'anno, il governo ha detto "no" al sostegno dei cittadini vulnerabili, e "sì ad aumenti miseri, come i 7 euro per gli infermieri e i 17 per i medici". Parole che richiamano quelle del presidente pentastellato Giuseppe Conte, che aveva denunciato "investimenti ai minimi per la sanità".
A rispondere agli attacchi è il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, che accusa "Pd e grillini di seminare bugie". "Le risorse - aggiunge - oggi sono maggiori di quelle previste dalla sinistra che ha devastato la sanità". Da FdI, invece, arriva un invito alla "responsabilità". I dati del Cnel, dichiara il presidente della commissione Sanità del Senato Francesco Zaffini, "ci dovrebbero indurre ad una grande alleanza tra maggioranza ed opposizione per il nostro Servizio sanitario nazionale". Il senatore meloniano propone un "una sorta di patto che impegni a mettere da parte la propaganda becera".
Netta la replica di Avs. "Zaffini chiami Meloni, piuttosto che fare appello alle opposizioni", scandisce Peppe De Cristofaro. Che evidenzia come gli emendamenti presentati dalle opposizioni sul tema siano stati rigettati dalla maggioranza. Stessa sottolineatura fatta dalle responsabile Sanità del Pd. "Ci abbiamo provato in tutti i modi a cercare una soluzione bipartisan - spiega Marina Sereni - a partire dalle leggi di iniziativa regionale, ma il governo è sordo e nega il problema".
La deputata dem, tuttavia, non chiude: "se il governo apre una discussione, noi ci siamo". Anche se l'obiettivo, in casa Pd, resta quello di "lavorare insieme alle opposizioni al programma per le prossime politiche", a cominciare dalla sanità.
Un punto nodale, invece, su cui i dem chiedono "una proposta condivisa" con la maggioranza è quello della riforma della legge di contabilità. Dopo gli attacchi sul metodo di approvazione della manovra, con cui le opposizioni hanno denunciato "un monocameralismo di fatto", il responsabile economico del Pd Antonio Misiani auspica che i lavori in commissione sulla riforma possano essere l'occasione per affrontare il tema della calendarizzazione della legge di Bilancio. "Faremmo un servizio alla democrazia", incalza. Dopo l'apertura del ministro Giancarlo Giorgetti, la palla passa al Parlamento.
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