Dalla Regione Sardegna arriva un
No deciso al governo sulla linea per la riorganizzazione della
rete scolastica sarda. La delibera approvata oggi dalla giunta
Todde - spiega una nota della Regione - "definisce bene il
perimetro entro il quale ci si sta muovendo".
Questi i punti principali ribaditi dalla Regione: agire per
contrastare un dimensionamento scolastico iniquo basato su
numeri stimati, ma nel contempo scongiurare il commissariamento
da parte del Governo centrale; dare sostegno economico agli enti
locali sede di autonomie scolastiche accorpate, per agevolare le
scuole nella programmazione di attività extracurricolari e
servizi; lavorare come Regione per approvare subito un disegno
di legge che definisca le competenze costituzionali sul tema;
sostenere l'azione parlamentare, con l'intervento già in corso
sugli emendamenti alla Legge "Milleproroghe", per la concessione
di un'ulteriore deroga di un anno per le autonomie dimensionate
e, parallelamente, continuare a lavorare in Commissione
Bilaterale sull'attuazione del principio costituzionale di
insularità anche in tema di organizzazione scolastica.
Il Ministero, con il decreto n.127 del 2023 - ricorda la
Regione Sardegna - ha individuato, in virtù di una
programmazione triennale, per l'anno scolastico in corso, nove
autonomie scolastiche da accorpare, sulla base di una stima
della popolazione studentesca. Questi dati, utilizzati come base
di calcolo per il dimensionamento, non tengono però conto del
numero reale di studenti e studentesse - sostiene l'esecutivo
guidato da Alessandra Todde - che arriva a circa 3000 unità in
più rispetto alle stime.
La giunta regionale ha adottato la delibera basandosi sui
numeri reali, al pari dell'azione di altre Regioni come la
Campania e la Toscana, per le quali a breve si pronunceranno nel
merito i giudici amministrativi.
Per quanto concerne la riorganizzazione della rete scolastica
in Sardegna dunque, la giunta regionale presenta un
dimensionamento di sei istituti invece che nove.
La scelta è ricaduta su Istituti comprensivi del primo ciclo,
dello stesso Comune o di Comuni vicini tra loro, con un numero
di alunni e alunne mai superiore alle 1300 unità, come da linee
guida recentemente approvate.
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