"Una situazione indegna di un paese
civile e che viola completamente il dettato costituzionale. Non
possiamo che stigmatizzare nuovamente il silenzio del ministro
Nordio e la fallimentare politica di questo Governo sugli
istituti di pena". E' quanto dichiara, in una nota, il sindaco
di Teramo, Gianguido D'Alberto, a proposito della situazione del
carcere di Castrogno. A fronte di una capienza regolamentare di
255 detenuti, ricorda il sindaco, l'istituto di pena teramano ne
ospita 430, l'80% in più del previsto.
"Un sovraffollamento cui fa da contraltare una cronica
carenza di personale di polizia penitenziaria, oltre che di
tutte quelle figure professionali, dai sanitari ai mediatori
culturali, essenziali per garantire la sicurezza, il percorso
trattamentale, i diritti del personale e degli stessi detenuti.
Una situazione che, evidenziano i sindacati, ha fatto registrare
solo negli ultimi 20 giorni ben 190 eventi critici, con 8 agenti
aggrediti che hanno dovuto far ricorso alle cure mediche".
"Nonostante le numerose sollecitazioni dei sindacati e le
richieste di intervento che io stesso, dal 2019, ho rivolto
prima all'allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e
successivamente all'attuale ministro Carlo Nordio - scrive
D'Alberto - ad oggi tutte le promesse, anche quelle relative
alle assunzioni da parte del sottosegretario Delmastro,
annunciate nel corso di una vera e propria passerella politica
elettorale al carcere di Castrogno, sono rimaste lettera morta.
Per questo - prosegue il sindaco - facendo mio ancora una volta
il grido di dolore che arriva dai sindacati di categoria, domani
tornerò a scrivere al ministro Nordio per rappresentare la
drammatica situazione che si vive nel penitenziario teramano e
chiedere interventi risolutivi e concreti".
Nelle prossime settimane, annuncia il sindaco, "convocheremo
un consiglio comunale straordinario in cui affrontare la
questione e crediamo che possa essere il primo passo per creare
un coordinamento tra enti territoriali volto a creare percorsi
che favoriscano il reinserimento sociale dei detenuti e il
dialogo tra il carcere e la società civile. Ma senza un
intervento governativo tutte le altre azioni rischiano di
diventare meri palliativi. Per questo torniamo a chiedere al
Governo e al Parlamento, a partire dai rappresentanti abruzzesi,
di intervenire in maniera concreta e decisa, nel rispetto della
dignità umana" conclude il sindaco di Teramo.
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