Un caso politico che non accenna a chiudersi, quello che ruota attorno a Daniela Santanché.
Al mattino, diversi quotidiani pubblicano un colloquio in cui la ministra del Turismo sostiene di essere decisa a non lasciare il suo incarico al governo "l'impatto sul mio lavoro lo valuto io", consegna giudizi aspri su Fratelli d'Italia ("Fdi non mi difende? Chissefrega") e sostiene di essere sostenuta dal presidente del Senato Ignazio La Russa.
Parole che poco dopo la diretta interessata vuole ridimensionare. Soprattutto nella parte che riguarda Giorgia Meloni: 'Se è lei a chiedermi di lasciare - afferma in una nota - sarò conseguente'. 'I giornali possono scrivere quello che vogliono, anche quelli che non c'erano quando parlavo, ma non scrivere quello che non ho detto', aggiunge. A seguito della precisazione - giunta dopo che le sue parole avevano fatto infuriare tutto il partito e irritato anche a Palazzo Chigi e Palazzo Madama - arriva però l'audio che i quotidiani pubblicano sui loro siti. E la polemica non si placa.
Certo, l'avviso di garanzia alla premier e a diversi esponenti di governo ha l'effetto di spostare il cono di luce da Santanchè ai piani alti del governo, ma la situazione della ministra non cambia. La data cerchiata in rosso continua ad essere quella di domani quando la Cassazione dovrà decidere sulla competenza territoriale del filone di indagine sul caso Visibilia che vede accusata la ministra del Turismo di truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla cassa integrazione nel periodo del Covid. I giudici stabiliranno se il procedimento deve proseguire davanti al Tribunale di Milano o se gli atti dovranno essere trasmessi a Roma. In questo ultimo caso, il procedimento tornerà indietro alla fase precedente alla chiusura dell'indagine. Ma anche se fosse spostato a Roma, è il ragionamento che si fa dentro Fdi, il caso per Santanchè non sarebbe chiuso. Nel partito sulla titolare del Turismo è sceso il gelo e per il momento non sono in programma incontri con Meloni.
A chiedere a gran voce che la ministra faccia un passo indietro è intanto l'opposizione. Il deputato di Avs Angelo Bonelli chiede 'che potere abbia Santanchè su Meloni. È inaccettabile che una persona con simili accuse continui a ricoprire un incarico ministeriale. Ancor più grave è l'atteggiamento della premier, che, con un pericoloso doppio standard, mantiene Santanchè al suo posto, compromettendo la credibilità delle istituzioni. Perché la premier consente tutto questo? Che cosa teme?'. Duro anche Riccardo Magi di +Europa: "Una ministra arroccata che umilia la premier e il partito che l'ha espressa, tirando in ballo direttamente il presidente del Senato. Le parole di Santanchè ai giornali di oggi, con tanto di "me ne frego del partito", aprono uno scontro istituzionale senza precedenti". Il M5s chiederà nella riunione dei capigruppo di domani che sia calendarizzata la mozione di sfiducia.
Sulla linea del garantismo resta Forza Italia: 'Come ho sempre detto noi siamo garantisti, è una scelta che deve fare il ministro Santanchè', afferma il segretario e vicepremier Antonio Tajani.
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