La globalizzazione rischia di diventare un caos tra la guerra commerciale di Trump e la Brexit, la corsa a nuovi dazi e il coronavirus. L'associazione Awos - A world of sanctions monitora il proliferare delle misure restrittive. Sono 40 mila i soggetti iscritti nelle black lists degli Stati Uniti, dell'Unione europea e dell'Onu, dei quali 150 italiani. E da quando il presidente Trump ha dichiarato la sua guerra commerciale, in tre anni, le misure restrittive negli Stati Uniti sono quasi triplicate (+180%) fino raggiungere 28 mila realtà tra persone fisiche, giuridiche e altri soggetti.
Awos - A World of Sanctions, organizza il convegno internazionale "Sanzioni e caos geopolitico: le nuove barriere al commercio internazionale e gli effetti sulle imprese" a Roma, il 5 marzo, alla Società Geografica Italiana. Il convegno è l'occasione per interpretare l'attuale mondo delle sanzioni, dell'export controls e del rischio geopolitico, anticiparne gli sviluppi e fornire strumenti di orientamento alle imprese.
Parteciperà ai lavori il capo del team sanzioni della Commissione europea, Alina Nedea, insieme a rappresentanti delle istituzioni, docenti universitari e imprese. Un panel sarà dedicato, in particolare, alla Cina e alle trasformazione dell'economia globale con gli interventi, tra gli altri, del presidente di Huawei Italia, Luigi De Vecchis, e del Prorettore del polo territoriale cinese del Politecnico di Milano, Giuliano Noci.
Awos, lanciato nel 2016 e presieduto da Zeno Poggi, è il primo progetto italiano che integra in una piattaforma pubblico-privata le indagini sull'export controls, l'analisi del rischio geopolitico e il monitoraggio dei principali regimi di sanzioni economiche internazionali, sia UE che extra UE.
L'associazione ha elaborato un indicatore di rischio paese globale per la movimentazione delle merci (ARI - AWOS Risk Indicator), calcolato sulla base del numero di soggetti in black list, dei programmi sanzionatori ed embarghi negli stati di riferimento. Sulla base di questi parametri, i primi cinque paesi a maggior fattore di rischio per l'export sono Iraq, Russia, Iran, Emirati Arabi Uniti e Siria.
"Fino al 2016, i sistemi sanzionatori erano allineati ma
dal 2016 qualcosa è esploso in maniera distruttiva, con la politica di Trump America First che minaccia gli altri paesi. Le imprese italiane oggi soffrono per il peso enorme che le sanzioni americane impongono nei rapporti con aziende di altri
paesi, ci troviamo di fronte a scelte molto importanti",
dichiara il presidente di Awos, Zeno Poggi, che ha ideato l'associazione a partire dall'esperienza quotidiana dell'impatto delle sanzioni sulle imprese esportatrici, come presidente della società Zpc, che offre assistenza alle imprese per l'internazionalizzazione e dirigente di Confindustria.
"Awos vuole fotografare la realtà e aiutare le imprese ad affrontarla. Vuole essere facilitatore di una gestione meno traumatica e più serena per le imprese" osserva il presidente del Comitato Scientifico Awos, ambasciatore Gabriele Checchia.
Per sottolineare l'importanza di conoscere e monitorare i rischi geopolitico e di fare verifiche su controparti commerciali e mercati esteri per evitare sanzioni amministrative e penali, il direttore del comitato scientifico, Paolo Quercia ricorda il caso della "nave di un armatore italiano importante che si è trovata da un giorno all'altro in una lista restrittiva degli Stati Uniti perché una sua petroliera stava portando greggio da Venezuela a Cuba", dice Quercia sottolineando che "era un'operazione del tutto legale per le norme europee".
"Tutta l'azienda, - spiega Quercia - in tutti i suoi rapporti economici, è diventata un soggetto nero: nessuna azienda o banca voleva più aver rapporti con lei. Così un atto amministrativo di uno stato straniero può portare al fallimento di un grosso attore economico di un altro paese".
In collaborazione con:
Awos