OTRANTO (LECCE) - "È importante capire come risolvere la situazione nella loro terra di appartenenza e, nello stesso tempo, è fondamentale che il governo italiano proceda con estrema decisione nell'operazione di restituzione di efficienza alla guardia costiera libica, mediante un'operazione di civiltà e di sostegno nei campi, che non devono essere campi di detenzione ma campi di accoglienza e possibilmente campi da cui, sotto controllo italiano, si possano organizzare i corridoi umanitari". Lo afferma Giuseppe De Giorgi, già Capo di Stato Maggiore della Marina Militare italiana che parteciperà questa sera a Otranto (Lecce) in uno degli incontri in programma nell'ambito del Festival dei giornalisti del Mediterraneo dal titolo "Guerra, immigrazione e Europa. Aspetti geopolitici".
"Stiamo attraversando un momento di transizione delicato, a partire dal fronte libico, - ha aggiunto De Giorgi - dove l'Italia deve giocare le sue carte con molta attenzione. Il controllo dei flussi migratori oggi gioca un ruolo fondamentale perché impatta sulla percezione dell'opinione pubblica italiana in maniera fondamentale. Da un lato c'è il desiderio di controllare e di ridurre al minimo l'afflusso di migranti, dall'altro c'è la sfida che si pone dinanzi a noi, come cristiani, di garantire condizioni di vita dignitose per quei migranti che non possono più uscire dalla Libia".
All'incontro a Otranto interverranno, oltre a De Giorgi, Paolo Di Giannantonio, Rai Tg1, Tiziana Ciavardini, Il Fatto Quotidiano, Mimmo Lombezzi, già curatore di "Storie di confine" Rete4, Giuseppe De Giorgi, coordinati da Emanuela Carucci, Il Giornale.
"Oggi - afferma Ciavardini - assistiamo spesso a una forte manipolazione delle informazioni sul tema dell'immigrazione e del terrorismo. Gli ultimi episodi di cronaca avvenuti a Rimini sono la conferma di come vi sia un pregiudizio nei confronti degli immigrati, tant'è che il capobranco di quella aggressione si pensava fosse musulmano, motivo per cui in un primo momento è stato attaccato l'Islam, ma poi è venuto fuori che era un testimone di Geova. Come giornalisti, su temi delicati come terrorismo e geopolitica dei Paesi del Medioriente, dovremmo puntare sempre sul dare una corretta informazione".
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