OTRANTO (LECCE) - "Siamo di fronte ad una multinazionale del radicalismo, ad una multinazionale della tecnologia e dell'informazione impressionante, tenuto conto che non è una nazione e non ha un esercito di civili. Per combatterla c'è bisogno di una responsabilità condivisa, non si può dire che siano sufficienti iniziative nazionali o regionali". Lo ha detto all'ANSA, riferendosi al problema terrorismo, l'ambasciatore del Marocco in Italia, Hassan Abouyoub, che ieri sera ha partecipato ad Otranto (Lecce) ad un incontro su 'Cristianità, ebraismo e Islam' nell'ambito della nona edizione del festival 'Giornalisti del Mediterraneo'. "Occorre comprendere - ha spiegato l'ambasciatore - perché un giovane di 18-20 anni, anche non musulmano, cambi atteggiamento e diventi qualcosa di inqualificabile, perché ciò avvenga tra gli immigrati di seconda e terza generazione. Dobbiamo superare il nostro modo di lavorare, cambiare metodologia per capire se c'è qualcosa da cambiare per far passare il principio di solidarizzazione. Serve un approccio globale su un programma di de-radicalizzazione, soprattutto in realtà particolari come quella carceraria, fornendo una lettura delle cose eterodossa e non ortodossa".
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