OTRANTO (LECCE) - Il complesso rapporto tra processo penale e informazione, passando per i molteplici divieti di pubblicazione di notizie, atti e immagini previsti dalla legge a tutela di interessi processuali ed extraprocessuali, sarà il tema al centro dell'incontro dal titolo 'Processi penali e processi mediatici', in programma stasera alle 21 ad Otranto, in piazza Idrusa, nell'ambito della nona edizione del Festival Giornalisti del Mediterraneo. All'iniziativa interverranno Nicola Triggiani, docente di Procedura penale all'università degli studi di Bari e autore del libro 'Giustizia penale e informazione', Felice Blasi, presidente del Corecom Puglia, e Vittorio Ricapito, giornalista di 'Repubblica'.
"Emerge un profondo divario - spiegano in una nota gli organizzatori - tra dato normativo e prassi quotidiana: a fronte di un'articolata e apparentemente rigida regolamentazione, risulta assai frequente la violazione dei divieti di pubblicazione di atti del procedimento penale posti a tutela del segreto investigativo e in tv vengono celebrati processi paralleli, con lesione della presunzione di non colpevolezza dell'indagato e del diritto di riservatezza anche di persone estranee alle indagini".
"Spesso le distorsioni derivanti dalla giustizia mediatica - anticipa nella nota il prof. Triggiani - e in particolare dai 'processi paralleli' celebrati in tv durante la fase investigativa, rischiano di portare a un possibile pregiudizio alla corretta formazione del convincimento del giudice". "Esiste un codice di autoregolamentazione, che è il codice della rappresentazione delle vicende giudiziarie in televisione - aggiunge Blasi - dal quale occorre partire nel dibattere sulla relazione che esiste tra il processo penale e i processi mediatici. I principi in esso contenuti possono fare da guida nelle modalità che dovrebbero essere utilizzate nella rappresentazione delle vicende giudiziarie, nell'ambito della quale è molto facile costruire dei colpevoli, e ciò spesso ha un peso anche più forte rispetto alla percezione pubblica della condanna reale".
Per questo motivo, secondo Blasi, "parlare di processo penale e processi mediatici diventa anche tema del diritto, e il diritto non può che confrontarsi con la dimensione della rappresentazione del processo penale. Per quanto sconosciuto al grande pubblico, il Testo unico della radiotelevisione è fondamentale - conclude Blasi - e rappresenta il primo passo da compiere rispetto a questo grandissimo tema per il quale la cultura giuridica da una parte, e la cultura della comunicazione dall'altra, devono interrogarsi trovando dei punti di accordo, proprio partendo dai riferimenti testuali".
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