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A un anno dallo scoppio della pandemia, Intesa Sanpaolo presenta il suo tredicesimo rapporto annuale dedicato all'evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali realizzato dalla Direzione Studi e Ricerca della banca. Il rapporto si pone l'obiettivo di rappresentare lo stato di salute dei distretti, evidenziando le criticità da superare, i fattori di resilienza su cui far leva e le priorità da affrontare per un rilancio economico duraturo e sostenibile.
Dopo un calo di fatturato stimato pari al 12,2% nel 2020, nei distretti industriali italiani è atteso per quest'anno un rimbalzo dei livelli produttivi, con un incremento dell'11,8%, secondo l’analisi di Intesa Sanpaolo. Il recupero sarà parziale e lascerà il fatturato dell'aggregato distrettuale del 3% circa inferiore al livello del 2019. Pesano le difficoltà del Sistema moda e, più in generale, una prima parte dell'anno ancora penalizzata dalla pandemia. La reazione, secondo il rapporto, è significativa considerando che lo scorso anno il 25,2% delle imprese aveva avuto una marginalità negativa; circa la metà di queste imprese ha potuto contare sulla liquidità interna per appianare le perdite; le restanti hanno potuto attivare moratorie o finanziamenti garantiti a tassi agevolati. “Più elementi ci spingono a un cauto ottimismo – spiega Intesa Sanapaolo - e a pensare che le filiere distrettuali possano continuare a rappresentare un tratto imprescindibile del tessuto produttivo italiano. In presenza di know-how e competenze diffuse, il 'gioco' virtuoso di concorrenza e cooperazione continua tra attori della filiera ha consentito a molti distretti di competere con successo all’estero”. Dalla network analysis emergono segnali di una struttura gerarchica delle relazioni tra imprese, con la presenza di capofila che concentrano un maggior numero di transazioni. Spiccano però anche relazioni tra imprese che appartengono alla stessa classe dimensionale, a testimonianza dell’elevato spirito di collaborazione che anima le filiere distrettuali. Il Rapporto di Intesa Sanpaolo evidenzia poi che nei distretti sono presenti vantaggi di costo: l’abbondante offerta presente nei distretti si traduce in un grado di dipendenza contenuto da fornitori e costi di approvvigionamento. Non a caso nei distretti, il 47% dei nuovi fornitori attivati durante la pandemia (pari al 19% in quantità e al 7,6% in valori, nei primi nove mesi del 2020) sono locali (entro i 50 Km) e hanno spesso sostituito forniture strategiche di prossimità. L’effetto netto è stato un lieve allungamento delle filiere distrettuali (+3,1 Km, un valore allineato ai non distretti), che tuttavia mostrano distanze di approvvigionamento significativamente inferiori rispetto alle aree non distrettuali (116 Km contro 157).
In collaborazione con:
Intesa Sanpaolo Spa